Il cinese picchiatore, incriminato per tentato omicidio, ieri è stato condannato dal tribunale collegiale a undici anni di reclusione. Ma l'asiatico una cella di un carcere italiano non la vedrà mai, perchè si è rifugiato in patria e di lui si sono perse le tracce. Era il 5 settembre del 2013 quando Fan Xu di 25 anni ha pestato a sangue con una mazza da baseball un nordafricano. Youssef Marzak, marocchino 32enne, regolare in Italia, è vivo per miracolo. È stato in coma per alcuni giorni e poi si è lentamente ripreso, ma non ha mai riacquistato la parola. Dopo un anno e mezzo dalla brutale aggressione ai suoi danni avvenuta sul piazzale della stazione, a due passi dalla sala scommesse Punto Snai (ora chiusa), riusciva a comunicare soltanto a gesti. I medici gli hanno diagnosticato l'indebolimento permanente di un paio di funzioni neurologiche, tanto che oltre a non poter parlare lamenta ancora grosse difficoltà nel deglutire. Quella sera del 5 settembre 2013 il magrebino si trovava in piazzale Stazione in compagnia di alcuni suo connazionali. Avevano tutti alzato il gomito e uno di loro aveva scagliato una bottiglia contro una Mercedes in transito mandando in frantumi il parabrezza. Dalla berlina erano scesi un paio di cinesi e I nordafricani impauriti sono scappati facendo perdere le proprie tracce. Tranne Marzak, che è stato aggredito brutalmente a colpi di bastonate in testa e in varie parti del corpo dal cinese Fan Xu, all'epoca 22enne e residente a Cadoneghe. Il marocchino è stato pestato anche quando era disteso immobile a terra, ormai quasi svenuto per i violenti colpi subiti. Gli investigatori della Squadra mobile, dopo alcuni giorni di indagini, sono risaliti a Fan Xu grazie alle testimonianze di alcuni passanti che hanno fornito la targa della vettura della Mercedes. Alla fine sono risaliti a Fan Xu a cui hanno sequestrato la mazza da baseball, con cui ha ridotto in fin di vita il marocchino 32enne Youssef Marzak.
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