Ricercatrice padovana scopre l'ormone incubo degli ipertesi

Giovedì 25 Maggio 2017
(F.Capp) L'aldosterone, il principale ormone mineralcorticoide, svolge un ruolo importante nella patogenesi della fibrillazione atriale negli ipertesi, attraverso la sua azione diretta a livello del sistema di conduzione cardiaca, e promuovendo la deposizione di tessuto fibrotico nel cuore. È l'esito di una ricerca della professoressa Teresa Seccia dell'Azienda ospedaliera, in collaborazione con il Brigham and Women's Hospital dell'Università di Harvard (Boston, Usa). Lo studio, pubblicato su Hypertension, ha permesso di individuare una delle principali cause della fibrillazione atriale negli ipertesi. La fibrillazione atriale rappresenta l'aritmia cardiaca più frequente al mondo poiché colpisce circa l'1-2% della popolazione e fino al 15% negli ultraottantenni. Nonostante la rilevanza del problema per la salute pubblica, i meccanismi rimanevano poco conosciuti. L'ormone indagato dalla ricercatrice è responsabile dell'ipertensione arteriosa in circa il 14% dei pazienti che afferiscono al Centro dell'ipertensione arteriosa dell'Azienda ospedaliera. La coesistenza di fibrillazione atriale e ipertensione arteriosa pone problemi del tutto particolari per il trattamento, poiché la fibrillazione atriale comporta un rischio aumentato di trombo-embolismo e, pertanto, richiederebbe un trattamento anticoagulante nella maggior parte dei pazienti. Negli ipertesi tale trattamento aumenta il rischio di emorragie cerebrali e in altri distretti. Pertanto, i pazienti dovrebbero essere valutati da specialisti, per individuare un eventuale iperaldosteronismo primario che, se identificato, potrebbe permettere di guarire definitivamente l'ipertensione.

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