Reem rinasce a Padova dopo una bomba dell'Isis

Venerdì 18 Agosto 2017
Reem rinasce a Padova dopo una bomba dell'Isis
(F.Capp) Una bomba dell'Isis lanciata sulla sua casa le aveva devastato il corpo. A Padova l'hanno letteralmente rimessa in piedi, facendola tornare a camminare. E ieri, dopo tre mesi di ricovero, è stata dimessa. Reem, 10 anni, a maggio era giunta al Centro grandi ustionati dell'Azienda ospedaliera universitaria, meta finale di un impegnativo viaggio della speranza. La bimba di origine irachena era rimasta ferita da uno scoppio nella sua città natale, Erbil. In febbraio era stato intimato alla sua famiglia di lasciare la sua abitazione perché l'Isis stava prendendo possesso di quella porzione di territorio: non hanno fatto in tempo a scappare, una bomba è esplosa davanti all'uscio e Reem è rimasta bruciata in maniera devastante, ma è sopravvissuta. Trasportata all'ospedale svedese di Erbil, ha ricevuto un primo intervento (a pagamento), poi la famiglia ha finito i soldi. Per lei si prospettava una orribile fine. A conoscerne la triste storia è stato un medico italiano, Marino Andolina, in missione umanitaria in Iraq, che ha chiesto aiuto a Mauro Utel del network Guariamoli, che a sua volta ha contattato un'associazione di Padova, il Team for Children guidato da Chiara Girello, che si è reso subito disponibile. Un volo ha portato Reem in Italia, insieme al papà e a un'infermiera. Un'ambulanza della Croce verde di Padova è andata a prenderla a Roma, dove l'aereo è atterrato, e l'ha condotta fino in via Giustiniani. La piccola è stata presa in carico dal Centro grandi ustionati diretto da Bruno Azzena. Il ministero della Salute copre le spese delle cure, il Team si accolla vitto e alloggio, compresa una stanza a casa Santa Rita, coordinata da Gigi Visentin. Particolarmente delicato il viaggio fino a Padova: la Pia Opera Croce Verde, presieduta da Carlo Bermone, si è subito mobilitata mettendo a disposizione un'ambulanza e garantendo il servizio di trasporto da Roma Fiumicino. La Polizia di frontiera ha supportato l'operazione monitorando e proteggendo la bambina. Inoltre l'associazione Kim onlus, con sede nella Capitale, ha fornito il suo supporto presenziando come punto di riferimento.

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