Raddoppiati i casi di morosità per le bollette dell'acqua

Sabato 12 Gennaio 2019
Raddoppiati i casi di morosità per le bollette dell'acqua
IL CASO
PADOVA In un anno sono quasi raddoppiati i casi di morosità delle bollette del servizio idrico e il M5s attacca la maggioranza sull'istituzione del fondo per sostenere chi non è in grado di pagare l'acqua potabile: nel 2017 i casi di morosità sono stati 2700. L'anno scorso sono arrivati a quota 5000. Molti di questi, però, si sono rivelati semplici ritardi di pagamento rientrati rapidamente. Sempre nel 2018 si sono registrati anche 1500 sospensioni dell'erogazione dell'acqua. Una procedura che prevede l'inserimento di un riduttore nel rubinetto che riduce appunto la quantità d'acqua a circa 50 litri al giorno. L'anno scorso, poi, sono stati seguiti dal Comune circa 450 nuclei familiari per evitare la sospensione dell'erogazione.
Della questione se n'è discusso in una seduta della commissione Attività economiche presieduta dal consigliere Nereo Tiso. «Durante l'incontro è emerso che Padova ha un impianto idrico con perdite pari al 28,5% - denuncia il capogruppo M5s Giacomo Cusumano - ma, nonostante questa sua inefficienza, ha ridotto la portata dell'acqua all'1,6% delle utenze, senza aver ancora incrociato i dati Isee per il Bonus acqua 2019 spettante alle famiglie in difficoltà, che sicuramente non riusciranno a pagare la bolletta nonostante il bonus, dato che si parla di un massimo di 7 euro a componete familiare come bonus fiscale sulla bolletta».
«Sono rimasto molto perplesso quando i dirigenti di Acegas non sono stati in grado di fornire il dato sugli utili della società. Questa cosa è gravissima, una società pubblica deve fornire il dato completo alla popolazione dato che il Comune ne è socio - dice ancora Cusumano - Ancora più inammissibile è l'atteggiamento assunto dalla maggioranza del Pd che trova invece giusto che una società che gestisce un bene pubblico faccia degli utili da suddividere con il comune per poi spenderli come meglio gli garba in base all'amministrazione di turno».
«L'acqua è un bene pubblico su cui le società e i comuni non possono lucrare conclude - sarebbe come lucrare sulle scuole o sulla sanità, questi beni primari non devono produrre utili da suddividersi fra dirigenti e amministrazione, ma devono abbassare i costi per la collettività». «La conciliazione è ancora lontana tra chi ritiene che l'acqua debba essere separata da qualsiasi altro servizio e chi la ritiene un servizio da erogare ai cittadini come gli altri servizi ribatte Tiso - Sulla questione del fondo da costituire con gli utili derivanti dal servizio di erogazione dell'acqua, bisogna ricordare che questi introiti vanno direttamente al Comune e quindi ai cittadini e in parte anche ai servizi sociali. Servizi sociali che poi, a loro volta, possono seguire o aiutare persone in difficoltà e non solo per il mancato pagamento della bolletta dell'acqua conclude - E' evidente che gli utili provenienti da Hera e distribuiti al Comune di Padova provengono dalla gestione di tutta la società e non solo per i servizi erogati al Comune di Padova».
Alberto Rodighiero
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