Raccoglie firme per Abano dice No Il modulo è irregolare: sequestrato

Lunedì 24 Aprile 2017
Raccoglie firme per Abano dice No Il modulo è irregolare: sequestrato
(Al.Ma.) Forse inesperienza, forse altro. Ieri mattina il primo incidente della campagna elettorale per le amministrative 2017 di Abano Terme. Sequestrato dai carabinieri della compagnia termale un modulo per raccogliere le firme necessarie alla presentazione delle liste a un ragazzo vicino ad Abano dice No. È accaduto intorno alle 12 nei pressi del campo di calcio della frazione di Giarre. Il ragazzo è stato trovato in possesso di un foglio, piuttosto artigianale in verità, con il quale avrebbe inteso raccogliere le sottoscrizioni dei cittadini che devono però essere autenticate da un pubblico ufficiale. Sembra poi che il foglio fosse privo di simboli di lista e che al momento del sequestro non contesse ancora alcuna firma. Tanto è bastato, però, perché scoppiasse la polemica sui social. Soprattutto da parte di simpatizzanti del movimento civico CambiAbano. «Com'è che dicevate ragazzi? Legalità, onore, rispetto e responsabilità? Ora il modulo è agli atti. Se (da verificare) non rispettate la legge per un procedimento così banale figuriamoci, poi, quando sarà ora di amministrare», ha scritto su Facebook uno di loro. Più pacatamente Michele Di Bari, candidato sindaco di CambiAbano ha osservato: «Resta il fatto che lo hanno sequestrato ad uno di loro e che non si capisce perché girasse senza un pubblico ufficiale con un modulo in mano». Non nega la militanza del ragazzo con il modulo Emanuele Boccardo, candidato sindaco di Abano dice No, Lega, Forza Italia e Abano Sicura. Al contempo riduce la portata dell'episodio e minaccia querele. «È un ragazzo semplice, un nostro candidato che si era messo in testa di dare una mano senza informazioni e conoscenza della legge - afferma Emanuele Boccardo - il tentativo di boicottaggio orchestrato da alcuni soggetti evidentemente in mala fede è fallito. Non esiste alcun documento riconducibile al comitato Abano dice No o ad una lista che sostenga la mia candidatura che sia stato autenticato in modo scorretto. Per questo quereleremo quanti, anche sui social network, hanno diffuso notizie infamanti nei nostri confronti».

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