Quella curva disegnata da Jappelli

Domenica 17 Febbraio 2019
(ni.co.) Nel 1751 il Verdi, battezzato inizialmente Teatro Nuovo era stato realizzato in sostituzione di quello degli Obizzi, che sorgeva nella via omonima, dove successivamente venne realizzato il cinema Concordi. A commissionarlo era stato un gruppo di nobili padovani e per l'inaugurazione era stato scelto un melodramma di Metastasio. Nel 1847 fu ristrutturato all'esterno da Antonio Monte su disegno di Giuseppe Jappelli, l'architetto che ha firmato pure il Pedrocchi, il quale aveva progettato la struttura semicurva che ancora oggi caratterizza il Verdi. Nato come tempio per la lirica, nel giro di un paio di decenni ha iniziato a ospitare anche la prosa. Nel corso del tempo è stato sottoposto a una serie di restauri, tra cui quello firmato dall'architetto Sfondrini che risale a fine 800. Ed è in quell'occasione che il teatro viene ribattezzato e dedicato appunto a Giuseppe Verdi, il quale, però, non presenzia alla cerimonia inaugurale dell'8 giugno 1884, ma si limita a inviare una lettera di ringraziamento. Danneggiato da un bombardamento durante il primo conflitto mondiale, il teatro viene riaperto alla fine del 1920, alla presenza di Vittorio Emanuele III. All'indomani della Seconda Guerra il Verdi diventa di proprietà del Comune, che provvede a effettuare gli interventi di manutenzione, l'ultimo dei quali, prima dell'ultimissimo terminato in questi giorni, è datato 1999, quando interni ed esterni vengono rimessi completamente a nuovo.
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