Quell'alleanza tra medico e bambino ammalato

Domenica 13 Agosto 2017
Quell'alleanza tra medico e bambino ammalato
(F.Capp) Un'alleanza obbligata. Da una parte il medico, dall'altra, il malato. A unirli c'è l'obiettivo, ma il dialogo resta complesso. E lo è ancora di più se il paziente è un bambino.
Neurochirurgia Familiare, l'incontro che si terrà il 30 settembre nell'aula magna del Bo ed è organizzato dai Dipartimenti di Neuroscienze e Salute della donna e del bambino dell'Ateneo patavino con la collaborazione delle associazioni Alumni e Amici dell'Università di Padova, proverà ad approfondire questo dialogo affrontando i temi delle malattie pediatriche di interesse neurochirurgico per traghettare informazioni, illuminazioni, speranze dall'uno all'altro campo. Soprattutto tenterà di garantire che il viaggio delle parole sia di andata e ritorno, oltre i meri confini della diagnosi e della terapia, dentro la relazione tra persone. L'iniziativa è l'evento precongressuale di Eans 2017, il Congresso della European Association of Neurosurgical Societies che porterà a Venezia (1-5 ottobre) la neurochirurgia di tutto il mondo. Promotore di Neurochirurgia familiare e presidente di Eans 2017 è il professor Domenico d'Avella dell'Università di Padova.
«Abbiamo voluto realizzare una iniziativa precongressuale - spiega - perché sentivamo il bisogno di un incontro che, pur rimanendo nel territorio della scienza, desse piena centralità ai malati, ai loro familiari, alle loro associazioni». Con d'Avella, a illustrare il senso dell'iniziativa, il professor Giorgio Perilongo, direttore del Dipartimento di Salute della donna e del bambino dell'Università di Padova. «Tra i duemila partecipanti dell'Eans - affermano - ci sono quattro neurochirurghi che hanno raggiunto i vertici mondiali della professione: Ennio Antonio Chiocca della Harvard University, Kazadi Kalangu dell'Università dello Zimbawe, Alessandro Olivi della Johns Hopkins University e della Università Cattolica di Roma, Mario Zuccarello del Mayfield Institute di Cincinnati. Una straordinaria coincidenza vuole che Chiocca, Kalangu, Olivi e Zuccarello siano stati tutti studenti a Padova. Il Bo li accoglie di nuovo, dunque per un giorno perché possano far conoscere tutto quello che la ricerca nel mondo, e in Italia, e a Padova naturalmente, sta realizzando per curare i bambini affetti da patologie neurochirurgiche».

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