Quattro anni al pregiudicato che svelò a Paolo Noventa le rivelazioni di Freddy

Sabato 14 Gennaio 2017
Quattro anni al pregiudicato che svelò a Paolo Noventa le rivelazioni di Freddy
Ha condiviso per sei mesi la stessa cella occupata da Freddy Sorgato (nella foto). Ed è riuscito a carpirne le confidenze che ha poi svelato al fratello di Isabella Noventa, prima ancora di riempire un verbale di sommarie informazioni davanti ad un ispettore della Squadra mobile. Luigi Stefano Barone, 53enne originario di Eraclea, nel veneziano, pregiudicato con precedenti per rapina, ricettazione e minacce, era stato arrestato nel marzo scorso dopo che i poliziotti avevano scoperto, dentro ad un garage attiguo alla sua abitazione di via Guidi, un fucile a pompa, marca Beretta calibro 12, con canna mozzata e calcio modificato, di quelli abitualmente utilizzati per le rapine ai blindati portavalori, assieme ad una quarantina di proiettili calibro 12. Al Due Palazzi Barone aveva stretto amicizia con l'autotrasportatore accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata. E ne aveva raccolto le rivelazioni. Freddy gli aveva confidato che il cadavere di Isabella non sarebbe mai più stato ritrovato. Messo alle strette dal compagno di cella, il ballerino aveva finito per ammettere che il corpo era stato gettato dentro un cassonetto. Spavaldo e sicuro di sé, Freddy non perdeva occasione per ribadire che non esistono prove contro di lui né contro la sorella Debora e che il tribunale dovrà assolverlo.
Al termine dei sei mesi di carcerazione preventiva Barone era tornato libero. Non aveva perso tempo per mettersi in contatto con Paolo Noventa. Gli aveva raccontato delle rivelazioni di Freddy. Poi si era deciso a raccontare tutto alla polizia.
L'altro ieri il fratello di Isabella era a Palazzo di giustizia per assistere, in segno di solidarietà, al processo a carico dell'amico Barone. Il pregiudicato ha affrontato il rito abbreviato davanti al giudice Domenica Gambardella. La detenzione di quel fucile a canne mozze gli è costata cara, soprattutto a causa dei suoi precedenti specifici. Luigi Stefano Barone, dipendente di una cooperativa con incarico di custode al cimitero di Terranegra, è stato condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione. Rischia ora di tornare dietro le sbarre.

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