Pizzicato con il telefono, fa incastrare la mamma

Sabato 25 Marzo 2017
Pizzicato con il telefono, fa incastrare la mamma
«Questo cellulare me l'ha dato mamma. Ha detto che l'ha rubato e che dovevo formattarlo». Così un ragazzo di 18 anni, messo alle strette dalla polizia, ha incastrato la madre. Per entrambi è scattata la denuncia per ricettazione. L'altra sera al 113 è arrivata la telefonata di un uomo, un tunisino di 33 anni, che ha denunciato il furto del suo telefonino, che gli sarebbe stato sottratto da una sua conoscente. Gli agenti, dunque, sono andati a casa della donna, una 42enne nata a Brunico, in via Annibale da Bassano, per verificare cosa fosse successo. I poliziotti hanno suonato al campanello e si sono trovati davanti il figlio di quest'ultima che ha aperto la porta con in mano proprio il telefonino del tunisino. Il ragazzo, forse spaventato oppure rassegnato al fatto che non ci fossero molte vie di fuga, non ha potuto fare altro che dire la verità.
Il diciottenne, dunque, ha raccontato agli agenti che quel telefonino glie l'aveva dato la madre, che in quel momento non era in casa, e che l'aveva rubato al giovane tunisino. Quando era tornata a casa glielo aveva consegnato proprio perchè quest'ultimo lo formattasse completamente, eliminando la tessera sim, le eventuali password e tutto il resto della memoria, facendolo tornare vergine. L'obiettivo, con tutta probabilità, era quello di rivendere il telefonino, guadagnandoci qualche decina di euro. A questo punto i poliziotti non hanno potuto fare altro che denunciare entrambi, madre e figlio, per ricettazione visto che il giovane è stato pizzicato letteralmente con il cellulare rubato in mano.
Per alcuni tipi di smartphone di ultima generazione è possibile bloccare cellulare e scheda sim per evitare che i malviventi effettuino chiamate o procedano ad acquisti grazie ai numeri di carta di credito registrata nelle applicazioni. La procedura di solito è semplice: agire da remoto sfruttando i sistemi antifurto offerti da aziende come Google, Apple e Microsoft, i quali permettono di individuare uno smartphone a distanza e di bloccarlo o addirittura cancellarne la memoria. Poi c'è bisogno dell'Imei del telefono, un codice identificativo composto da 15 cifre che viene trasmesso dal dispositivo ogni volta che viene effettuata una chiamata.

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