Pedrocchi, gestione sotto indagine

Mercoledì 17 Gennaio 2018
Pedrocchi, gestione sotto indagine
LE VERIFICHE
Nel conto non ci sono solo gli episodi più recenti - la festa di Capodanno con panettoni tagliati sui tavoli della sala Rinascimentale e fontane luminose e l'ancora misterioso furto delle zampe leonine dal bancone della sala Rossa - ma anche fatti accaduti in passato e da tempo al vaglio della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio. La gestione del Caffè Pedrocchi ha irritato più di qualcuno e ora su F&de Group, la società milanese che ha in mano lo storico Stabilimento di Jappelli, si stanno moltiplicando le istruttorie. Dagli uffici ministeriali di Venezia, negli ultimi due mesi, sono state inviate cinque lettere di richiamo, mentre due procedimenti già aperti sono ancora in definizione. E, dopo le minacce di sanzioni dell'assessore alla cultura Andrea Colasio, adesso arrivano le verifiche amministrative del settore Commercio.
«È una questione di buon gusto e di dignità rispetto al monumento - afferma l'architetto Edi Pezzetta, responsabile della Soprintendenza per l'area padovana - La gestione ha firmato un protocollo d'intesa vincolante con noi e con il Comune, e va rispettato. Finora le nostre lettere non hanno trovato soddisfazione». Nessuno, a quanto pare, intende trasformare il caffè simbolo della città in un ingessato museo. «Sugli ultimi fatti non voglio pronunciarmi, attendo le verifiche comunali. A quanto risulta, a Capodanno l'autorizzazione era stata chiesta per una cena, che è cosa diversa da una serata da discoteca. Se uno si compra un'auto d'epoca, non la usa per fare le gare in autostrada. Farà magari i raduni storici». Pezzetta porta l'esempio del Caffè Florian di piazza San Marco, dove vengono allestite mostre di arte contemporanea di altissimo livello, per dire che c'è modo e modo per tenere vivo un caffè storico. «È l'uso che costruisce la tutela nella mente di chi frequenta un bene storico. La gestione deve dimostrare consapevolezza».
Nel protocollo d'intesa il monumento è altamente tutelato. Oltre alle sale del piano terra, solo la sala Rossini consente qualche piccola libertà, ma sempre dopo la documentata richiesta di deroghe all'utilizzo. «Nel caso dell'ormai famosa festa - spiega Colasio - per due volte il capo settore Davide Banzato ha chiesto chiarimenti a F&de Group, mai arrivati. Come amministrazione, abbiamo dimostrato grande apertura e comprensione, ma il Pedrocchi non è una discoteca in zona industriale. F&de Group, all'atto della concessione, era consapevole dei vincoli e ora non può dire: non mi va bene, me ne vado».
EVENTI E CONTRATTO
Ma nello storico Caffè si possono organizzare eventi che solitamente vengono ospitati nelle discoteche o nei club, affidati a gruppi di dj e promotori di feste? A chiederselo è anche l'assessorato comunale al Commercio che, sulla questione, starebbe aprendo l'ennesima istruttoria. A scendere sul piede di guerra è il titolare della delega Antonio Bressa. A quanto pare, nell'ultimo periodo, non sarebbero poche le proteste arrivate a Palazzo Moroni da parte dei gestori di locali notturni che lamentano la concorrenza sleale da parte di una realtà che, in teoria, nulla avrebbe a che fare con serate da discoteca. Nei prossimi giorni i funzionari del settore verificheranno se gli eventi organizzati da F&de Group nell'ultimo periodo siano compatibili con il contratto sottoscritto a suo tempo dalla società. «Comprendo la volontà di valorizzare il Caffè Pedrocchi sul piano commerciale perché questo patrimonio dei padovani possa trovare una sua sostenibilità economica, ma se lo si trasforma in una discoteca, non si rischia solo di pregiudicare un bene storico-artistico, ma anche di superare i limiti previsti dalle norme - commenta Bressa - Il Pedrocchi non è adibito per ospitare serate dance. Lo dice il buon senso, così come le norme che pongono dei precisi paletti per assicurare la sicurezza e l'adeguatezza dei locali, specie se vincolati. È nostro dovere farlo presente così come è nostro dovere tutelare chi esercita queste attività nel pieno rispetto delle regole a tutela della sicurezza e della leale concorrenza».
Insomma tra Comune e F&de Group ora sembra sia guerra aperta. Una guerra che rischia però di avere conseguenze molto pesanti: la società milanese, infatti, già la scorsa primavera aveva manifestato l'intenzione di abbandonare il Pedrocchi e solo l'intervento di Colasio le aveva fatto cambiare idea. Ora tutto potrebbe essere rimesso in discussione e un eventuale addio anticipato costringerebbe il Comune alla non facile impresa di trovare un nuovo gestore.
Maria Grazia Bocci
Alberto Rodighiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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