«Orgoglioso di studiare in carcere, mi ha cambiato la vita»

Venerdì 2 Marzo 2018
«Orgoglioso di studiare in carcere, mi ha cambiato la vita»
LA CERIMONIA
PADOVA «Facendo l'università, anche se in carcere, non mi sono sentito un detenuto e ho reso orgoglioso chi ha sempre creduto in me, come la mia famiglia. I detenuti non cambiano da soli, serve un confronto come questo. Grazie per avermi dato un futuro». Armand, albanese sulla trentina, studente di Scienze Politiche, parla in piedi nella sala conferenze del carcere Due Palazzi. È il suo intervento a chiudere la cerimonia dell'inaugurazione dell'anno accademico del carcere e a portare il pensiero dei quarantadue studenti-detenuti. Tra loro (anche se ieri non erano presenti) il medico Gian Luca Cappuzzo, condannato a 26 anni per l'omicidio della moglie Elena Fioroni, che sta per laurearsi in Giurisprudenza, e il serial killer Donato Bilancia, tredici ergastoli per diciassette omicidi, che sta studiando Progettazione e gestione del turismo culturale.
Ad ascoltare la testimonianza di Armand, e inaugurare così il nuovo anno di corsi tra le mura del penitenziario di via Due Palazzi, il rettore del Bo Rosario Rizzuto; la prorettrice alla continuità formativa scuola-università-lavoro Daniela Lucangeli; il direttore del Due Palazzi Claudio Mazzeo; la dottoressa Francesca Vianello, referente per il polo universitario in carcere; il questore Paolo Fassari; il prefetto Renato Franceschelli; il colonnello Oreste Liporace, comandante provinciale dei carabinieri; Enrico Sbriglia, provveditore alle carceri del Triveneto, il sindaco Sergio Giordani e la dottoressa Lara Fortuna, magistrato del Tribunale di Sorveglianza. «La nostra e vostra università ha esordito Rizzuto vuole assumersi l'impegno di far crescere i suoi studenti e nelle aree di difficoltà com'è questa l'impegno deve essere doppio. Vi dico bravi, perché avete scelto di disegnarvi un futuro e di guardare avanti facendolo con la cultura, che è una nobilitazione dell'animo. Ogni vostra laurea, e sono già trenta, ci rende orgogliosi e porta sempre più alla frontiera l'ateneo che fu di Galileo e che è della scienza, della medicina, della fisica e delle lettere. Che è uno strumento di crescita della società». «La cultura è sinonimo di libertà, che a sua volta non è mai gratuita», ha aggiunto il provveditore Sbriglia. «È un motivo d'orgoglio avere una succursale dell'ateneo in carcere, dove non è facile studiare e studiare in maniera approfondita», ha detto il direttore Mazzeo prima di annunciare, assieme al rettore e al sindaco Giordani, l'apertura per il prossimo anno accademico del corso in Scienze motore, da una parte, e il progetto di raccolta differenziata in carcere, dall'altro. «Crediamo molto nel carcere aperto e per questo la mia amministrazione ha investito 120 mila euro in servizi al Due Palazzi», ha annunciato Giordani. A chiudere ci ha pensato la professoressa Lucangeli con una lezione sulle emozioni: «Studiare è una cura e fa bene, combatte ciò che genera detriti ha spiegato - A voi auguro di riconoscere le emozioni come perdono e gratitudine: sono regali che fate a voi stessi e agli altri. E soprattutto, difendetevi dalla noia».
N.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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