Onichini, il ladro poteva essere arrestato

Giovedì 22 Novembre 2018
IL LATITANTE
PADOVA Il ladro albanese Elson Ndreca poteva essere arrestato, ma l'ingranaggio della giustizia si è inceppato e ora è latitante. Ricercato dalle polizie di mezza Europa, il 38enne ieri mattina sarebbe dovuto comparire davanti al Gup Cristina Cavaggion perchè accusato di falsa testimonianza durante il processo al macellaio di Legnaro Walter Onichini condannato in primo grado a quattro anni e 11 mesi per tentato omicidio proprio nei confronti dello straniero in fuga.
IL MANCATO ARRESTO
Ndreca per il blitz nella villa di Onichini, in rito abbreviato ancora davanti al Gup Cavaggion, è stato condannato a tre anni e otto mesi. Il suo avvocato non ha mai impugnato la sentenza in Corte d'Appello e il procedimento nei confronti del ladro albanese è passato in giudicato. Quando il 19 giugno dell'anno scorso si è presentato davanti ai giudici del Tribunale collegiale per fornire la sua versione dei fatti in merito all'intrusione nell'abitazione del macellaio, l'albanese è apparso piuttosto nervoso. Continuava a guardare verso la porta d'entrata dell'aula. Sapeva di poter essere arrestato, ma nessuno è venuto a prenderlo. Alla fine della sua testimonianza ha lasciato in gran fretta il palazzo di giustizia e di lui si sono perse le tracce. Un paio di mesi più tardi, Ndreca è stato segnalato in transito all'aeroporto di Malpensa, ma anche in questa occasione nessuno lo ha arrestato. L'ipotesi più accredita è che non sia mai stata spiccata un'ordinanza di carcerazione nei suoi confronti. Attualmente, secondo alcune fonti investigative, dovrebbe trovarsi in Albania nella sua città natale e forse ha già preso contatti con uno dei suoi fratelli.
DAVANTI AL GUP
Ndreca dovrebbe comparire davanti al Gup perchè il 19 giugno del 2017 in aula avrebbe dichiarato il falso. L'albanese aveva ricostruito quella drammatica notte del 22 luglio del 2013. «Sono entrato in casa di Onichini passando per una finestra. Ho preso il portafoglio e una borsa. Nella borsa ho trovato le chiavi dell'Audi e l'ho aperta. Quando ho iniziato a fare manovra ho visto dalla finestra un fucile puntato verso di me. D'istinto mi sono protetto con il braccio destro e mi sono sentito arrivare il primo colpo». E ancora: «Allora sono uscito dalla macchina e sono corso verso il cancello cercando di scavalcare. Ho urlato no vado via, ma un colpo di fucile mi ha preso alla schiena. Poi - ha proseguito - mi sono sentito sollevare di peso e mettere nel bagagliaio dell'auto. Lui mi ha scaricato in un canale». Il Gup ha rinviato l'udienza al prossimo 7 dicembre e in quell'occasione l'avvocato Ernesto De Toni, legale di Onichini ora all'estero per lavoro, si costituirà parte civile.
Marco Aldighieri
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