Nuovo ospedale a Padova ovest, Finanza e progetti perde il ricorso

Giovedì 7 Dicembre 2017
LA SENTENZA
PADOVA Hanno agito correttamente gli enti pubblici Comune, Regione, Provincia, Azienda ospedaliera e Iov, quando hanno chiuso la vicenda dell'ospedale a Padova ovest, per aprirla nel nuovo sito a San Lazzaro. Questo ha detto il Consiglio di Stato ieri respingendo il ricorso in appello di Finanza e Progetti, la società che si sentiva danneggiata dal cambio di sede. Una sentenza che permette di lavorare sulla partita del nuovo ospedale.
FeP aveva chiesto 155 milioni di danni. La causa è ancora aperta al Tar di Venezia, stralciata dal filone romano, ma è logico che se è caduto l'impianto principale a cui era condizionata la richiesta, non ci saranno sorprese. Dunque politicamente via libera senza paura a Padova est. Circostanza ribadita anche ieri dal presidente della Regione, Zaia in Consiglio regionale durante la discussione sul bilancio di previsione 2018: «Confermiamo i 50 milioni di euro sul 2018 per il nuovo ospedale di Padova (prima rata di tre ndr) non abbiamo voluto fare prove muscolari ma siamo disponibili a fare un intervento con l'identificazione di Padova est». E riferendosi alle trattative con il Comune: «Penso che siamo alle battute finali, il Giustinianeo è un valore ma per rifarlo occorrono 17 anni contro gli 8-10 di uno nuovo. Comunque gli immobili vecchi saranno recuperati». Come a dire che la strada del doppio polo sembra ormai intrapresa.
Sulla sentenza ieri è intervenuto anche l'ex sindaco Bitonci: «La sentenza dimostra che la procedura è stata pienamente legittima e che all'epoca il centrosinistra aveva fatto un'operazione solo per spaventare i consiglieri comunali quando si trattava di votarla. Ora giustizia è fatta e Giordani non ha più scuse per non firmare l'Accordo di programma».
Finanza e Progetti è la società mezza australiana e mezza italiana che, unica, aveva risposto alla proposta di project-financing lanciata dalla Regione quando si era deciso di andare in zona ovest nel 2012, presentando un progetto.
FeP non ha mai digerito il cambio di sede ed ha portato due volte in tribunale gli enti coinvolti. Il primo ricorso, nel maggio del 2015 FeP l'aveva vinto dal punto di vista formale - ma non era stato ammesso il risarcimento di 155 milioni che aveva chiesto - perché i giudici avevano rilevato una mancata condivisione delle nuove scelte con la società, imponendo agli enti pubblici di coinvolgerla
Gli enti avevano dovuto rifare tutto il percorso deliberativo, arrivando al 3 aprile 2016 quando la Regione con una delibera aveva chiuso formalmente la partita sganciandosi da Padova ovest con la scelta di Padova est.
Ma i privati erano ritornati alla carica subito dopo con un ricorso in ottemperanza, nel quale si lamentavano delle modalità di applicazione della sentenza da parte degli enti pubblici. Il Tar di Venezia nell'ottobre del 2016 non ha accolto il ricorso confermando la legittimità della localizzazione a San Lazzaro. Ma i legali di FeP avevano sostenuto che la società era stata coinvolta con una partecipazione fittizia.
Però i giudici romani le hanno dato torto: Deve quindi in ogni caso escludersi che FeP avesse diritto a partecipare all'istruttoria preliminare su ogni ipotesi altra allocativa al pari degli enti pubblici scrivono a conclusione della sentenza. Commento di Domenichelli: «Prendiamo atto che i nostri giudici ritengono che le imprese che hanno presentato un progetto di opera pubblica possano essere escluse dal procedimento nel caso in cui le amministrazioni decidano di cambiare idea sulla localizzazione dell'opera, senza alcun diritto di essere interpellati sulla adattabilità del loro progetto al nuovo sito. Non ci sembra una posizione rispettosa dei privati ma l'espressione di una intollerabile autoritarietà dell'amministrazione pubblica».
Mauro Giacon
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