«Nereo Destro, la vita esemplare di una persona semplice e seria»

Venerdì 15 Dicembre 2017
LA CERIMONIA
PADOVA «Oggi il papà passa loro la palla della vita. E proprio come in una partita di rugby, gli lascia la consegna di andare avanti dritti, lottando nella mischia, stavolta dell'esistenza, sostenendo la mamma ora che lui non c'è più». Don Federico Lauretta, parroco di Santa Giustina, ha usato questa metafora presa in prestito dalla pallaovale, per iniziare la cerimonia funebre di Nereo Destro, marito dell'ex sindaco Giustina, imprenditore e anima del Petrarca.
Si è rivolto ai figli Leopoldo e Andrea, sottolineando come famiglia, lavoro e appunto sport sono sempre stati i valori per i quali il loro papà si è battuto con spirito da combattente. Ed era gremita ieri pomeriggio la Basilica di Santa Giustina per il funerale di un uomo discreto e signorile, conosciutissimo e amato. Dai suoi familiari in primis, ma anche dai dipendenti della ditta che aveva avviato sessant'anni fa, l'Aristoncavi.
Moltissimi gli esponenti del mondo economico, politico e universitario che hanno voluto stringersi alla moglie Giustina. Anche Giancarlo Galan, alla prima apparizione pubblica dopo la vicenda-Mose, non ha voluto mancare: si è avvicinato alla vedova quasi timoroso alla fine del funerale, ma poi l'ha abbracciata e hanno pianto insieme per alcuni minuti. Già mezz'ora prima dell'inizio la gente aveva riempito la Basilica. C'erano tra gli altri i prefetti Franceschelli e Lombardi, e il vice Aversa; l'attuale questore Fassari e i predecessori Bernabei e Coccia; il comandante provinciale dei carabinieri Liporace; il presidente di Confindustria Finco e di Cariparo Finotti, oltre a Marchi della Save e a Del Torchio; esponenti delle famiglie Tabacchi, Carraro, Bedeschi e Galtarossa; il sindaco Giordani, il vice Lorenzoni, il presidente del consiglio Tagliavini e l'assessore Bonavina; il sottosegretario Degani e il numero due della Provincia Soranzo; il presidente del Petrarca Toffano con la prima squadra; l'ex rettore Zaccaria; i professori Baggio e Pagano, e i procuratori Calogero e Ruberto.
La messa funebre, concelebrata da sette sacerdoti, tra cui don Marco Cagol in rappresentanza del vescovo, ha avuto come fulcro l'omelia di don Carraro, direttore del Cuamm: «Nereo, persona semplice e seria, nella sua vita ha prodotto tante cose buone - ha sottolineato - Nel lavoro, dove con impegno e dedizione ha portato l'Aristoncavi a esportare oggi in tutto il mondo; nelle relazioni, in cui si è rapportato con con rettitudine; nello sport a cui ha sempre attributo un valore educativo. E soprattutto nella famiglia: a Giustina, quand'era sindaco e parlamentare, è stato vicino con discrezione, ma con orgoglio; era fiero dei figli Leopoldo e Andrea, a cui ha passato il testimone in azienda, e adorava i nipotini Maddalena e Federico. L'ultima parte della sua vita è stata una via crucis, ma ha saputo affrontarla con fede». Commovente il ricordo dei dipendenti: «Aveva scelto dal greco il nome Ariston per l'azienda. Ecco, noi oggi salutiamo il nostro grande Aristonpresidente». Un applauso ha accompagnato il feretro prima dell'ultimo viaggio verso il cimitero di Ponte di Brenta.
Nicoletta Cozza
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