Muore a 14 anni, aperta un'inchiesta

Domenica 12 Novembre 2017
Muore a 14 anni, aperta un'inchiesta
IL GIALLO
PADOVA L'ultima parola sarà quella più difficile da sentire, ma sarà quella che dirà come e perché Princes Juliana Chisara Mbanali, nata in Nigeria quattordici anni fa, sia morta giovedì mattina su un letto d'ospedale. E da lì, dall'esito dell'autopsia che domani mattina verrà conferita in procura, prenderà il via, o calerà per sempre il silenzio, anche sull'inchiesta aperta dal sostituto procuratore Sergio Dini al momento senza indagati né tantomeno un reato per far luce sulla fine di questa adolescente, figlia unica di una famiglia nigeriana arrivata in Italia vent'anni fa e inserita.
IL RICOVERO
Quello che finora è certo è che a causare il ricovero di Princess, iscritta alla prima superiore al liceo scientifico Curiel, sia stato lo stesso malessere che il 27 ottobre scorso aveva convinto il padre Geoffrey a chiamare la Squadra mobile. L'uomo, operaio e molto attivo nella comunità nigeriana tanto da essere uno dei principali organizzatori della chiesa anglicana nigeriana di Padova, era rientrato in casa dopo lavoro trovando stesa a letto senza sensi. Vicino a lei, una fiala d'insulina. Vuota. Voglio capire che cosa sia successo, ora sto andando a parlare con i medici spiega Geoffrey al telefono, senza riuscire a darsi pace -. Princess era a casa da sola, io sono tornato da lavoro e l'ho trovata lì. Allora ho chiamato la polizia e l'hanno portata in ospedale. Da quel giorno però la situazione non è mai cambiata e Princess è peggiorata di giorno in giorno fino a giovedì scorso quando una crisi respiratoria l'ha uccisa. Il sospetto è che ad aver acceso la miccia dell'intera tragedia sia stata proprio l'assunzione di quella fiala d'insulina. Una sostanza che a casa Mabanali, al primo piano di una palazzina color mattone in Largo Rismondo 5, non era difficile da recuperare: la mamma della quattordicenne infatti soffre di diabete e per lei l'insulina è vitale. Perché Princess però l'abbia assunta resta un mistero.
IL FATTO
Era la mattina del 26 ottobre scorso quando il padre aveva lasciato l'unica figlia a casa da sola: lui stava andando a lavoro, lei gli aveva chiesto di rimanere a casa da scuola perché non si sentiva bene. Così Geoffrey Mbanali era uscito di casa, lasciandosi alle spalle la figlia, rimasta sola nell'appartamento dal momento che la madre era tornata in Nigeria per qualche giorno. L'allarme era scattato poco dopo le 22, al ritorno in casa dell'uomo. Entrando nell'appartamento Geoffrey Mbanali aveva notato qualcosa di strano: Princess era ancora nel suo letto. Sembrava dormire profondamente senza alcuna reazione alle continue sollecitazioni e grida del padre, che via via si facevano sempre più insistenti. In quegli attimi e di fronte a quel corpo inerte, l'uomo si era accorto di trovarsi faccia a faccia con una tragedia. Istanti terribili in cui quell'operaio arrivato dall'Africa vent'anni prima aveva cercato aiuto tra i vicini, implorando che giungesse presto qualcuno e telefonando al 118 che in pochi minuti era riuscito a mandare un'ambulanza. Sul posto anche una pattuglia della Squadra mobile. Con la figlia in ospedale, intubata, il padre era stato interrogato tutta la notte per capire cosa fosse successo. Nelle mani degli inquirenti aveva anche messo quella fialetta di insulina vuota trovata a fianco del letto della figlia. Agli agenti della mobile aveva anche detto che non c'era ragione perché Princes assumesse quel farmaco: non era diabetica come la madre, né aveva altri problemi fisici. Insomma, per lui quel gesto era senza una spiegazione. Ora la parola passa all'indagine e all'autopsia per avere dati certi su cosa sia realmente successo.
Nicola Munaro
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