LE REAZIONI
«Hanno ucciso Mauro per la seconda volta: il pm gli ha sparato

Domenica 16 Dicembre 2018
LE REAZIONI «Hanno ucciso Mauro per la seconda volta: il pm gli ha sparato
LE REAZIONI
«Hanno ucciso Mauro per la seconda volta: il pm gli ha sparato un colpo di pistola e il giudice ha dato il colpo decisivo». Fuori dall'aula del Tribunale di Rovigo mamma Giuseppina non si capacita della sentenza che ha appena sentito pronunciare dal giudice monocratico, al termine del processo a Marco Pegoraro, il maresciallo che premuto il grilletto contro suo figlio. Quando il giudice ha letto la sentenza dai posti riservati al pubblico e occupati dagli amici e dai compaesani di Mauro si sono levati cori di protesta. «Vergognati!» hanno urlato a Pegoraro, mentre i familiari hanno applaudito il giudice, ma in segno di scherno: «Bravo!» hanno mormorato indignati.
«E' stato illegittimo, dall'inizio alla fine dichiara mamma Giuseppina abbiamo assistito a un processo farsa in cui era già tutto scritto. Quale messaggio ricevo da questa giustizia in cui non potrò più credere? I carabinieri sono armati e hanno la licenza di uccidere anche chi non ha fatto nulla di male, come Mauro, che si stava soltanto difendendo da un trattamento sanitario illegittimo». A far male a mamma Giuseppina, oltre alla sentenza in sé, è il fatto che il pm, durante la sua requisitoria abbia taciuto alcuni aspetti a suo avviso cruciali nella tragedia successa quel 29 agosto di tre anni fa, uno su tutti il fatto che il figlio sia stato lasciato morire in un campo di grano a qualche centinaio di metri da casa, ammanettato come un animale.
«L'aggressore sembrava Mauro, invece lui non ha fatto altro che difendersi eppure lui che era la vittima è stato processato e condannato». La sentenza di ieri, pesante come un macigno per la famiglia Guerra, non basterà a fermare i familiari: «Andremo avanti, nonostante la decisione presa oggi dal giudice ci abbia svuotati prosegue la madre Questa sera (ieri sera per chi legge) avrei voluto dire a Mauro che aveva ottenuto un po' di giustizia, ma non è stato così».
Con tutta probabilità la famiglia impugnerà la sentenza, ma, come spiega l'avocato di parte civile Alberto Pinelli, questo avrà conseguenze solo sul piano civilistico, per ottenere un eventuale risarcimento, non sotto il profilo penale. Per il momento gli altri familiari hanno preferito mantenere il silenzio, anche se durante le fasi concitate dell'udienza di ieri non hanno risparmiato commenti. La sorella Elena, infatti, durante l'arringa degli avvocati di parte civile ha sussurrato più volte «Assassino», rivolgendosi all'imputato. Il padre Ezio, invece, ha gridato «Smettila!» al difensore Stefano Fratucello mentre il legale era nel pieno della requisitoria a favore del suo assistito.
M. E. P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci