Le pensioni in lieve aumento ma restano sotto i mille euro

Lunedì 16 Aprile 2018
Le pensioni in lieve aumento ma restano sotto i mille euro
I DATI
PADOVA Un lieve aumento negli ultimi tre anni, ma un assegno medio ancora ben sotto i tanto agognati mille euro al mese. Per i pensionati padovani il tema della povertà è ancora molto sentito. I dati sulle pensioni del settore privato, aggiornati a gennaio 2018 e diffusi dall'Osservatorio statistico Inps nazionale, dicono che su un totale di 260.116 pensioni erogate il valore medio lordo è di 923 euro mensili. E' evidente la differenza di cifre tra uomini e donne, con i primi che intascano il doppio rispetto alle seconde. Gli assegni percepiti dai pensionati maschi a Padova e provincia sono 115.191 con un valore medio lordo di 1.256 euro, mentre quelli corrisposti alle 144.925 donne hanno invece un valore medio lordo di 659 euro.
POVERI E PAPERONI
Le tabelle elaborate dal padovano Franco Piacentini, ex segretario Cgil alla Camera del Lavoro di Padova, evidenziano anche una netta distinzione tra chi era un lavoratore dipendente e chi invece ha sempre operato come lavoratore autonomo. Gli ex lavoratori e lavoratrici dipendenti sono in totale 110.899 e hanno un assegno medio lordo pari a 1.185 euro, una cifra decisamente maggiore rispetto agli 876 euro che ricevono mediamente i 90.980 ex lavoratori autonomi.
Interessante anche il dato sul numero totale di pensionati, differente rispetto al numero totale di pensioni visto che una persona può avere anche più pensioni (pensiamo per esempio al caso delle donne vedove che intascano una piccola pensione per il proprio lavoro a cui si aggiunge una pensione di reversibilità legata al marito defunto). A Padova e provincia i pensionati sono 233.007 e percepiscono annualmente un assegno del valore medio lordo di 18.305, 81 euro (parliamo 13 mensilità all'anno). Fra questi figurano 112.618 maschi con 22.071 euro di pensione annua in media per 13 mensilità, e 120.618 donne a cui spettano mediamente 14.783 l'anno. Anche in questo caso, quindi, notiamo la notevole differenza tra le cifre incassate dagli uomini e quelle incassate dalle donne.
I dati 2017 dimostrano che si va dai quasi centomila padovani che ricevono una pensione più bassa di 750 euro fino ad arrivare ai 14 paperoni che ogni mese incassano la scintillante cifra di novemila euro (sono ex perlopiù esponenti politici di primo piano, liberi professionisti e dirigenti di aziende di altissimo livello). Una forbice larghissima, all'interno della quale ci sono oltre 260 mila padovani.
PROVINCE E COMUNI
Nell'ultimo triennio il valore delle pensioni è progressivamente aumentato. Passiamo infatti dai 885 euro del 2016 ai 898 del 2017, fino all'assegno medio di 923 euro registrato appunto a gennaio di quest'anno. Nell'ultimo anno, quindi, l'aumento medio è stato di 25 euro.
Il sindacato Spi Cgil del Veneto nei giorni scorsi ha diffuso i dati relativi anche ai singoli comuni della provincia di Padova. Analizzando le pensioni per ogni singolo comune si notano grandi differenze negli importi medi. Questo aspetto testimonia le diverse caratteristiche economiche sociali del territorio padovano. In questa speciale classifica il comune più ricco risulta Baone con pensioni medie lorde mensili di 1.297,91 euro, mentre fanalino di coda è Barbona con una media pari a 903,50 euro.
Infine il confronto con le altre province venete. Quella padovana figura al terzo posto in questa particolare classifica, dietro Venezia (949 euro in media) e Vicenza (928 euro). Padova è invece davanti a Treviso (916 euro), Verona (910), Belluno (870 euro) e al fanalino di coda Rovigo (815 euro). La media italiana è invece di 866 euro, quindi sotto quella padovana.
MENO PENSIONI
La Cgil del Veneto ha sottolineato anche come, secondo gli ultimi dati riportati dall'Inps e riferiti all'anno 2017, nel Padovano il numero di pensioni sia diminuito rispetto all'anno precedente, seppur di poco (da 259.528 del 2016 a 259.326 del 2017). Un trend che riguarda tutto il Veneto e che, secondo il sindacato, è legato agli effetti della tanto discussa legge Fornero.
Gabriele Pipia
Isabella Scalabrin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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