LE EMOZIONI
PADOVA La vive da tifoso e da sindaco. In una doppia veste, quindi,

Venerdì 20 Aprile 2018
LE EMOZIONI PADOVA La vive da tifoso e da sindaco. In una doppia veste, quindi,
LE EMOZIONI
PADOVA La vive da tifoso e da sindaco. In una doppia veste, quindi, com'è giusto che sia, perché il presente non cancella il passato. Il Calcio Padova, infatti, occupa da sempre un posto importante nel cuore di Sergio Giordani, oggi primo cittadino a Palazzo Moroni, che di promozione della sua squadra parla ancora sottovoce, ma solo per una questione scaramantica. Che per i calciofili non è particolare da poco.
Sindaco, lei da dirigente è stato protagonista già di momenti di gloria per i colori biancoscudati. Cosa ricorda?
«Beh, per la prima promozione dalla C alla B nel 1987, non ho alcun merito. Non ho fatto nulla, perché ero nel consiglio di amministrazione della società. Certo, è stato bello, sono stato contentissimo, ma da semplice tifoso, mentre da vicepresidente e amministratore delegato ho vissuto il ritorno in Serie A nella stagione 1993/1994».
E poi?
«C'è stato un momento indimenticabile. Mi pare ieri. A conclusione dell'annata 94/95, io, essendo subentrato al dimissionario Marino Puggina, ero presidente e abbiamo giocato lo spareggio a Firenze con il Genoa per restare in A. Ricordo che durante la gara continuavo a pensare se non ce la facciamo è colpa mia, se vinciamo mi diranno che sono un fenomeno. É andata bene...».
Cosa ricorda della sua vita di tifoso?
«Quand'ero ragazzino andavo da abusivo sopra la torretta dell'Appiani per vedermi la partita. Pagavo cento lire per guardare da lassù cosa avveniva in campo. Emozioni indimenticabili».
La passione è la stessa di oggi?
«Sì, sicuramente. Quest'anno purtroppo ho saltato quattro partite all'Euganeo, per impegni istituzionali a cui non ho potuto mancare. Per il resto sono sempre andato in tribuna fare il tifo. Ma quello che mi rammarica è che non potrò assistere in diretta alla promozione del Padova, perché da domani devo assentarmi un paio di settimane. Ma quando ritornerò, riceverò a Palazzo Moroni la squadra, ringrazierò i giocatori uno per uno e poi festeggeremo insieme, riservando tutti gli onori ai biancoscudati. Per me questa è una promozione che vale doppio, perché la vivo da sindaco e da tifoso».
Che impressione ha avuto di questa squadra?
«Buona, molto buona. Davvero. Ha avuto qualche calo sotto l'aspetto tecnico, ma poi ha subito recuperato. I miei complimenti vanno all'allenatore Bisoli e al direttore generale Giorgio Zamuner che hanno fatto le scelte giuste».
Oggi da presidente toccherà a Roberto Bonetto essere portato in trionfo.
«E se lo merita. Si è accollato la scelta non facile di rimanere da solo. Con il rischio che se andava male, sarebbe stata colpa sua. Per fortuna finora è andata molto bene e quindi è tutto merito suo se ormai la promozione è quasi una certezza. Ha investito per la città e ora viene premiato. I tifosi devono essergli grati perché si sa che a questi livelli le società ci rimettono quattrini».
E da sindaco come la vede?
«Che il Padova si in B è un grande vantaggio per tutti. Il calcio è uno sport importante che, quando è a un certo livello come appunto la serie cadetta, fa arrivare tanta gente, dà visibilità e promuove l'immagine della città. Sono convinto che anche in questo caso ci saranno ricadute positive e quindi anche il Calcio Padova darà un significativo contributo per far sì che da fuori arrivino sempre più visitatori. L'aumento rilevante delle presenze dei turisti, quindi, sarà ulteriormente rafforzato, perché eventi come la Maratona, o come appunto la promozione in B della squadra, aumentano l'appeal della nostra città. Che, come ripeto anche a rischio di essere noioso, è meravigliosa, con Sant'Antonio, San Leopoldo, gli Scrovegni, il Pedrocchi e il Salone. Ha un sacco di elementi di enorme qualità che devono essere sempre più valorizzati. È ora di finirla con gli individualismi che arrecano solamente danni. Facendo le cose insieme, tutto riesce meglio. E lo dimostra proprio il Padova, una squadra che, grazie all'apporto e al contributo di tutti, sta arrivando molto in alto. Lo sport insegna, quindi, che dobbiamo lavorare in accordo per il bene di tutta la città.
Secondo lei poi ci si dovrà accontentare della B, o il... sogno continuerà?
«Intanto consolidiamo la serie cadetta, ma non è detto che ci si debba fermare. Società come Spal e Pescara hanno imbroccato due annate vincenti di fila. Perché non dovrebbe capitare a noi?».
Da sindaco che ruolo avrà?
«Sto già lavorando perché il Padova abbia uno stadio più bello e funzionale anche in prospettiva... L'assessore Diego Bonavina, che la maglia del Padova l'ha indossata da capitano, ha fatto un ottimo progetto per l'Euganeo. Stiamo aspettando che il Governo ci dia 2 milioni di euro, a cui noi aggiungeremo un milione e duecentomila. La somma che ci serve per coprire la tribuna sud, spostare il rettangolo di gioco appunto verso la tribuna sud e migliorare l'accoglienza per i tifosi. Se arrivano i soldi, partiamo subito e i lavori potrebbero finire già per l'inizio della prossima stagione. Per procedere, però, visto che quella dell'Euganeo sarà eliminata, deve essere disponibile la pista di atletica del Colbachini, dove però contiamo di finire l'intervento di sistemazione il 5 agosto».
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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