LE CARTE
PADOVA Droga, tanta, a fiumi, spacciata in tutto il Veneto. E a fare

Martedì 23 Gennaio 2018
LE CARTE
PADOVA Droga, tanta, a fiumi, spacciata in tutto il Veneto. E a fare affari con Giovanni Spadafora, affiliato all'Ndrina di San Giovanni in Fiore, c'era Luca Segato 46enne di Vigonza socio della ditta Leorin Luisa & C SNC di Vigonza e skipper con una barca ormeggiata a Chioggia. In un'intercettazione ambientale del 6 novembre del 2015, all'interno del capannone di Vigonza in viale del lavoro 24, gli inquirenti hanno potuto capire da dove arrivava lo stupefacente. Spadafora C'è un profumo; Segato Si ma quella che c'è qui adesso, questa qui..., questa è quella naturale, viene da giù questa qui; Spadafora Si; Segato Viene da voi o dall'Albania questa qui; Spadafora Questa viene da noi; Segato Questa è più buona, io preferisco questa, perchè questa è naturale; Spadafora Pigliatela adesso; Segato Minchia è tanto forte tanto è troppo...questa ha un profumo...sono con te...sono d'accordo con te io su questa cosa qua sono d'accordo con te Giova...però quando vai a venderla...Sa di paglia e il suo profumo deve sapere così...quella che c'è adesso invece la pompano con gli steroidi e tutto e la fanno che è una bomba; Spadafora Spacciatela ora; Segato E non lo sto facendo, e non sto lavorando?; Spadafora Vado in Svizzera; Segato Vai via vai dal fratello?; Spadafora Vado via vado a trovare tutti. Da questa intercettazione ambientale gli uomini della Dia hanno scoperto che l'hashish, veniva coltivata e portata in Veneto e sulla piazza di Padova direttamente dalla Calabria. In un secondo momento gli investigatori hanno invece scoperto che Spadafora, si procurava la cocaina dagli albanesi. Nelle 378 pagine di ordinanza, è stato messo in luce anche la paura degli arrestati di essere scoperti. Questa volta nell'intercettazione ambientale, registrata il 28 maggio del 2015 all'interno del capannone al numero 46 di via del Lavoro a Vigonza, si sentono parlare di cocaina Spadafora, Antonio Bartucca affiliato anche lui all'Ndrina di San Giovanni in Fiore e il suo contabile di fiducia Lorenzo Ceoldo. I tre stanno confezionando delle dosi di stupefacente, quando si è rotta una busta. Barduca Tu le senti le labbra...speriamo che non ci ha fatto un pacco questo...se no mi fai incazzare...mi fa...questo coso se ne è venuto...sto cazzo di sacchetto... quando abbiamo finito...qui ci vuole l'aspirapolvere...se non andiamo in galera.... E fondamentale per le indagini sono state le dichiarazioni fornite agli inquirenti proprio da Lorenzo Ceoldo. Ed è lui a incastrare il direttore della filiale della Banca Popolare di Vicenza di Busa di Vigonza, Federico Zambrini. Agli investigatori ha raccontato «...Quelle trovate a casa mia nel corso della perquisizione dell'11 aprile del 2016 sono fatture false, alcune però sono vere ma non registrate. Il pc e le pennette sequestrati a Legnaro sono quelli che mi ha dato il Bartucca». E ancora «...Confermo che Federico Zambrini sapeva che le fatture che Bartucca gli portava erano false. Ho capito che Zambrini era a conoscenza del fatto che Bartucca portava in banca fatture per operazioni finanziarie inesistenti, questo lo so perchè Bartucca avendomi presentato allo Zambrini come contabile, questi mi indicava il valore dell'imponibile da mettere, la data e la descrizione dell'oggetto della fattura...». La Banca Popolare di Vicenza, attraverso il suo legale rappresentante Gianni Mion, è stata indagata per omessa vigilanza nei confronti di quanto avveniva nella filiale di Busa di Vigonza. Alla Popolare di Vicenza gli inquirenti, nella giornata di ieri, hanno sequestrato in via preventiva circa 200 mila euro in auto. Le macchine, in caso di confisca, saranno utilizzate dalle forze di polizia.
Marco Aldighieri
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