Lavori non autorizzati al palazzo di via Santa Lucia: assolto Pallaoro

Martedì 25 Settembre 2018
LA SENTENZA
PADOVA Erano accusati di aver effettuato lavori edilizi non autorizzati al piano nobile dello storico palazzo di via Santa Lucia in cui ha sede la loro clinica. Ma hanno deciso di opporsi al decreto penale di condanna e affrontare il processo. Una strategia processuale vincente che ha consentito al famosissimo chirurgo plastico di origini argentine Carlo Alberto Pallaoro, 65 anni, e alla compagna Mariella Leidi, 46enne, residenti a Teolo, di uscirne indenni. Il giudice monocratico Antonella Salvagno li ha infatti assolti dall'accusa di abuso edilizio per particolare tenuità del fatto.
Era stato il sopralluogo dei tecnici dell'ufficio Vigilanza Edilizia di Palazzo Moroni a far scattare il procedimento. Nel corso del sopralluogo del 20 gennaio 2015 all'antico palazzo al civico 35 di via Santa Lucia, sottoposto a tutela dei Beni culturali, erano state infatti riscontrate opere di manutenzione abusive, in quanto mai autorizzate dagli uffici competenti e conseguentemente prive della segnalazione certificata di inizio attività. Oltre a Pallaoro e alla compagna, quali committenti dei lavori e proprietari dello storico immobile, era finita sotto inchiesta anche Silvia De Giorgi, 40 anni, di Cervarese Santa Croce, legale rappresentante dell'impresa esecutrice Bema Srl, con sede in città. Il terzetto aveva ricevuto un decreto penale di condanna per complessivi sei mesi di arresto oltre a 800 euro di ammenda. Sostituendo la pena detentiva con quella pecuniaria, il conto finale ammontava a 22.900 euro a testa, peraltro con il beneficio della sospensione condizionale. Pallaoro e consorte, assistiti dall'avvocato Annabella Poli, si sono però opposti accettando i rischi del processo. In loro soccorso è arrivato l'autorevole parere dell'architetto Andrea Alberti, Sovrintendente alle Belle Arti del Veneto, che ha chiarito la portata delle opere edilizie compiute in via Santa Lucia. «Gli interventi - scrive l'esperto - sono ritenuti compatibili con le esigenze di conservazione e integrità dell'immobile dichiarato di interesse storico e artistico. Risulta che i lavori non abbiano arrecato danno all'immobile tutelato, in quanto sono state effettuate alcune variazioni distributive, ritenute coerenti con gli interventi approvati in precedenza, e quindi rispettose dell'assetto legittimo del palazzo. Non risultano compiuti lavori che abbiano interessato elementi strutturali o finiture di pregio storico o ancora che abbiano inciso sulla facciata dell'immobile, caratterizzata da una notevole qualità architettonica».
Luca Ingegneri
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