Lavora un giorno, posto salvo La preside: «Rifare le regole»

Giovedì 12 Gennaio 2017
Lavora un giorno, posto salvo La preside: «Rifare le regole»
Un professore si mette in congedo sin dal primo giorno di scuola e rientra alla vigilia delle vacanze di Natale per un solo giorno. L'insegnante infatti ripresenta domanda di congedo a partire dal 9 gennaio. Ma il suo fare capolino in classe, il 23 dicembre, per aver salvo il posto, non è indolore: così facendo, ha interrotto la supplenza di una collega motivata, preparata e apprezzata dagli studenti, costringendo la macchina organizzativa a rimettersi alla ricerca di un nuovo sostituto, scorrendo le graduatorie.
È successo all'istituto tecnico industriale Severi di Padova. Sconcerto e amarezza da parte della preside Nadia Vidale. «Non si deve puntare il dito contro questa persona che ha utilizzato un istituto legittimo, bisogna andare oltre: mettersi attorno a un tavolo e studiare quali sono i meccanismi su cui il sistema si inceppa, rallenta, si impantana, rivedere le modalità di utilizzo dei congedi per le assenze, i regolamenti delle supplenze. Bisogna garantire - riflette la dirigente scolastica - che le classi abbiano un insegnante effettivamente presente per almeno il 90% dei giorni dell'anno. Due sono le direzioni da seguire: snellire i procedimenti, le tempistiche anche con l'uso del digitale per la copertura dei docenti assenti e ridurre le assenze dei professori qualora non giustificate».
Incongruenze dunque del sistema formativo, di fronte alle quali la preside ha preso carta e penna e scritto una lettera aperta a quel docente mordi e fuggi, titolare della cattedra di Diritto. Chiedendogli, in soldoni, cosa è tornato a fare. Vidale tiene a precisare: «Non ho scoperchiato una pentola, la pentola è lì: chi trascorre mezza giornata in una segretaria se ne accorge».
Ma la rabbia resta. «Brava la preside, ne apprezzo l'indignazione e il coraggio»: così l'assessore veneto all'istruzione, Elena Donazzan, che si schiera al suo fianco: «Giustamente la dirigente dell'istituto padovano chiede al docente per quale motivo sia tornato, cosa sia venuto a fare per un solo giorno in classe. Con la sua lettera, pacata ma incalzante, ha sollevato un problema che ben conosciamo, presente in quasi tutte le scuole, ma che purtroppo si verifica nella piena legalità, in quanto trova legittimazione in un sistema codificato che antepone i diritti dei docenti a quelli degli studenti. Un sistema che tutela il diritto degli insegnanti di ruolo a conservare il posto, ma che non ha mai messo al centro la continuità didattica e la tutela del diritto-dovere degli studenti di avere il meglio dall'istituzione scolastica». Quanto avvenuto al Severi, continua Donazzan, non pone solo un problema di coscienza e di deontologia alla classe docente, ma sollecita governo e parlamento ad interrogarsi e ad affrontare il problema del reclutamento docenti e della gestione delle supplenze, che incide profondamente sulla qualità della nostra scuola. «Un problema, quello della qualità e della continuità didattica, che è al centro della proposta di maggior autonomia ricorda Donazzan - che la Regione del Veneto intende portare avanti nel corso del 2017 con il referendum popolare. Quanto a quell'insegnante che ha usato un sacrosanto strumento previsto da una norma di civiltà, cioè quello di conservare la cattedra in presenza di malattia o della malattia di un congiunto conclude l'assessore intendo chiedere tutte le verifiche del caso: qualora ci fosse un abuso, dovrebbe essere licenziato».

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