(L.L.) Nei giorni scorsi è stato condannato a quattro anni di reclusione per estorsione aggravata. Adesso Fabio Tosato, cinquantatreenne, residente in città, deve rispondere anche del rogo che la notte tra il 24 e il 25 maggio dello scorso anno ha distrutto il locale La Mulata, in via Dei Colli a Brusegana. Lo ha rinviato a giudizio il giudice dell'udienza preliminare Cristina Cavaggion. Tosato dovrà ricomparire davanti ai giudici il 13 settembre prossimo.
Nel 2011 era stato Fabio Tosato a contattare l'imprenditore Paolo Vitali, che in Romagna possedeva tre locali di successo, cibo e musica, il cui format è stato esportato nel locale di Brusegana, sulla strada dei Colli. Era stato Tosato a proporgli il locale brasiliano La Mulata e a fare da mediatore per l'apertura. La sua consulenza gli aveva reso 1.800 euro.
Quattro anni più tardi, nel gennaio 2016, Tosato si è rifatto vivo con l'imprenditore Vitali. Voleva altri soldi perché La Mulata aveva avuto molto successo di pubblico. Aveva minacciato di bruciare il locale. A suo dire, aveva contatti con ex esponenti della mala della Riviera del Brenta e del Piovese, che in batter d'occhio avrebbero distrutto il locale. Tosato voleva 13 mila euro in contanti, poi il 20 per cento delle azioni della società.
La notte tra il 25 e il 26 maggio dello scorso anno il locale è stato distrutto dal fuoco. Un incendio doloso, senza alcun dubbio. E le fiamme avevano causato danni per oltre un milione di euro.
Un paio di settimane dopo Tosato era finito in manette. L'imprenditore Vitali aveva consegnato agli inquirenti il suo cellulare con tutti i messaggi che Tosato gli aveva inviato negli ultimi mesi.
Nei giorni scorsi i giudici del Tribunale collegiale hanno inflitto al cinquantatreenne quattro anni di reclusioni per la tentata estorsione all'imprenditore Vitali. Adesso dovrà difendersi dall'accusa di aver distrutto il locale. E questa volta Vitali e soci gli presenteranno anche il conto dei danni. Dopo l'incendio del maggio dello scorso anno La Mulata non ha più riaperto.
Nel 2011 era stato Fabio Tosato a contattare l'imprenditore Paolo Vitali, che in Romagna possedeva tre locali di successo, cibo e musica, il cui format è stato esportato nel locale di Brusegana, sulla strada dei Colli. Era stato Tosato a proporgli il locale brasiliano La Mulata e a fare da mediatore per l'apertura. La sua consulenza gli aveva reso 1.800 euro.
Quattro anni più tardi, nel gennaio 2016, Tosato si è rifatto vivo con l'imprenditore Vitali. Voleva altri soldi perché La Mulata aveva avuto molto successo di pubblico. Aveva minacciato di bruciare il locale. A suo dire, aveva contatti con ex esponenti della mala della Riviera del Brenta e del Piovese, che in batter d'occhio avrebbero distrutto il locale. Tosato voleva 13 mila euro in contanti, poi il 20 per cento delle azioni della società.
La notte tra il 25 e il 26 maggio dello scorso anno il locale è stato distrutto dal fuoco. Un incendio doloso, senza alcun dubbio. E le fiamme avevano causato danni per oltre un milione di euro.
Un paio di settimane dopo Tosato era finito in manette. L'imprenditore Vitali aveva consegnato agli inquirenti il suo cellulare con tutti i messaggi che Tosato gli aveva inviato negli ultimi mesi.
Nei giorni scorsi i giudici del Tribunale collegiale hanno inflitto al cinquantatreenne quattro anni di reclusioni per la tentata estorsione all'imprenditore Vitali. Adesso dovrà difendersi dall'accusa di aver distrutto il locale. E questa volta Vitali e soci gli presenteranno anche il conto dei danni. Dopo l'incendio del maggio dello scorso anno La Mulata non ha più riaperto.
