La città guarda al futuro I modelli Anversa e Lisbona

Sabato 16 Dicembre 2017
IL CONVEGNO
PADOVA Il futuro della città passa anche per la rigenerazione urbana. A ribadirlo, è stato ieri il convegno Quale Padova? Idee per una rinascita organizzato da GIShub, dell'Università di Padova, con il patrocinio tra gli altri, del Comune di Padova, dell'Ordine degli Architetti e Paesaggisti, dell'Ordine degli Ingegneri, dall'ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Provinciale e dall'ANCE Giovani Veneto. Convegno a cui ha partecipato il sindaco Sergio Giordani. All'incontro avrebbe dovuto essere presente anche il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Foresta, assente per motivi personali. Nonostante questo, l'esponente centrista ha inviato un messaggio di saluto che è stato letto in sala. I lavori sono stati coordinati da Fabio Amato, avvocato esperto di Urbanistica. La relazione introduttiva è stata affidata, invece, a João Nunes, noto architetto del paesaggio portoghese che ha condotto a termine progetti in tutto il mondo, il quale parlerà delle sue esperienze internazionali di rigenerazione urbana. In modo particolare, Nunes ha ripercorso l'iter di due progetti di rigenerazione urbana realizzata nella a sua città, Lisbona, e di un intervento che ha portato a termine ad Anversa. A seguire, ci sono state le relazioni da Giulio Muratori, architetto e attivo membro del FAI che ha trattato il del valore della bellezza, Corrado Poli, scrittore ed editorialista, che ha proposto una riflessione su un nuovo approccio alla politica della mobilità e di Michele Culatti, valutatore ambientale, che insistito sulla stretta connessione tra urbanistica e sicurezza. «Non c'è ombra di dubbio- ha spiegato Poli che una delle sfide più importanti per il futuro delle nostre città riguardi la mobilità. Pensiamo, per esempio, a Padova, dove il 70% del territorio è occupato da strade. Va ripensato in maniera radicale il modo di muoversi ha aggiunto vanno ridotti in maniera drastica gli spossamenti. Non ha più senso che in una città ci siamo delle aree destinate alla residenza e delle altre al commercio e alla produzione. Un'organizzazione del territorio di questo tipo non fa altro che costringere la gente a spostarsi in continuazione. Gli spostamenti si riducono, da un lato incentivando il telelavoro, dall'altro facendo i modo che le persone lavorino nello stesso quartiere in cui abitano ha concluso solo così la gente potrà evitare l'utilizzo dei mezzi a motore per raggiungere il luogo in cui lavora».
Alberto Rodighiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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