«La chemio è tossica, ma salva la vita»

Domenica 30 Aprile 2017
«La chemio è tossica, ma salva la vita»
Trenta milioni di euro investiti in ricerca scientifica in oltre vent'anni: chi meglio della Città della Speranza può testimoniare l'impegno, la fatica, la tenacia nella lotta contro le malattie dell'infanzia, a contrastare tumori, linfomi, sarcomi, mielomi. Una speranza, quella di trovare nuove strade, nuove terapie e nuovi farmaci, che anima l'intera Torre della Ricerca pediatrica, densa di laboratori in Zona industriale. E che spesso si trasforma in realtà. Non solo sogno, ma concretezza di atti, a calcare il percorso segnato, secolo dopo secolo, dalla medicina ufficiale, quella delle evidenze e delle pubblicazioni scientifiche.
«La morte di Eleonora Bottaro ci ha colpito tantissimo perchè la sua storia si contrappone a quello che facciamo noi, che crediamo nella scienza. La storia è piena di ciarlatani, guardiamo Stamina, Di Bella: quel che è tragico - riflette il presidente della Fondazione Città della Speranza, l'imprenditore Franco Masello - è che, mentre i nuovi mezzi di comunicazione, i social network, dovrebbero contribuire a circuitare la scienza, la verità, in pratica lavorano al contrario. I ciarlatani sono molto più abili nell'usare queste modalità e anche là, dove una persona dovrebbe trovare conforto in un confronto, in uno scambio di esperienze nel nome della scienza, non trova verità. Tutti ospitiamo il bene ma purtroppo viene dato più spazio al male. Noi siamo assolutamente convinti che è la scienza quella che finora ha portato alle guarigioni, ed è la scienza, se aiutata a progredire, che consentirà di debellare le malattie pediatriche». Masello incalza: «Il problema è sempre riconducibile alla cultura e all'intelligenza del singolo, se uno è poi particolarmente fragile, debole, in un momento difficile della sua vita può essere portato su strade sbagliate, facendosi condizionare in maniera pesante. Ci vorrebbe un aiuto psicologico, ed è per questo che noi come Fondazione Città della Speranza finanziamo da anni una psicologa all'interno della Clinica di Oncoematologia pediatrica, ponendoci a fianco delle famiglie».
La professoressa Antonella Viola, docente di Patologia generale al Dipartimento di Scienze biomediche all'Università di Padova, sottolinea come una terapia approvata scientificamente, prima di arrivare al letto del paziente, abbia superato innumerevoli verifiche di laboratorio: «La chemioterapia ha una tossicità associata ma è la terapia indubbiamente migliore, gli effetti collaterali il male minore. Quando parliamo invece di medicine alternative facciamo un salto nel vuoto - argomenta Viola -, rinunciamo a qualcosa che funziona di sicuro per abbracciare qualcosa che di sicuro non funzionerà. Nessuno ha interesse a tenere le persone malate: per un medico perdere un paziente è l'esperienza più tremenda, più devastante che ci sia. Così come per noi ricercatori riuscire a trovare qualcosa che funziona è una gioia incredibile, il sogno di tutta la nostra vita. Se l'acqua fresca funzionasse la useremmo, non c'è il minimo dubbio, ma così non è». A chi obietta che la gente è ostaggio delle case farmaceutiche, Antonella Viola ribatte: «Le case farmaceutiche ovviamente devono guadagnare sui medicinali che producono: creare un farmaco ha costi incredibili, richiede anni di lavoro e di sperimentazioni. Ma ci tengo a sottolineare un aspetto importante: noi ricercatori, che identifichiamo nuovi meccanismi di cura, non siamo pagati dalle cause farmaceutiche. Nessuno di noi lo è».

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