L'INTERVISTA
PADOVA Si occupa di viabilità e infrastrutture da dieci anni,

Lunedì 23 Aprile 2018
L'INTERVISTA PADOVA Si occupa di viabilità e infrastrutture da dieci anni,
L'INTERVISTA
PADOVA Si occupa di viabilità e infrastrutture da dieci anni, da quando venne nominata assessore ai Lavori Pubblici nel suo comune d'origine, San Martino di Lupari. Luisa Serato, una laurea in giurisprudenza e una lunga esperienza politica alle spalle, è una delle più forti sostenitrici del progetto Gra.
«Il grande raccordo anulare di Padova - ripete come fosse un ritornello - è un'opera priva di controindicazioni. Abbiamo tolto gli interventi che suscitavano polemiche, ora restano solo quelli su cui c'è un accordo territoriale pressoché unanime. È il momento di passare dalle parole ai fatti».
Luisa Serato, presidente del consiglio provinciale di Padova dal 2004 al 2014, da quattro anni ricopre la carica di presidente della Gra Padova Spa, la società privata che sta portando avanti questo vecchio progetto. Dalla fine del 2015 è pure presidente della società autostradale Cav, che gestisce la tratta Venezia-Padova e il Passante di Mestre.
Presidente, perché il Grande raccordo anulare sarebbe utile a Padova?
«Perché sgraverebbe di traffico il centro di Padova, e fornirebbe un rapido collegamento dall'area sud all'area nord, da Selvazzano a Rubano, evitando di congestionare le altre strade e favorendo, nel contempo, l'accesso al sistema autostradale con una significativa riduzione dei tempi di percorrenza.
A che punto è ora l'iter autorizzativo?
«Noi abbiamo fatto tutto il possibile. Abbiamo verificato il consenso territoriale tramite i sindaci, anzitutto, accertando che l'opera avesse il loro parere favorevole ed unanime, accogliendo ed annotando la necessità di alcuni stralci, in primis quello della c. d. camionabile parallela all'idrovia, che aveva determinato il blocco dell'iter. Sul punto abbiamo chiesto un parere giuridico all'Anac, nel timore che lo stralcio dal piano originario, potesse comportare una regressione della procedura fino a qui seguita e, anche in questo caso, abbiamo ottenuto risposta tranquillizzante. Tornare al punto di partenza e avviare un nuovo progetto da capo significherebbe posare definitivamente una pietra tombale sull'opera. Siamo a buon punto e dobbiamo andare avanti».
Cosa si attende ora?
«I prossimi passi spettano alla Regione, precisamente a quel Comitato Tecnico Scientifico insediato fin dal 2015 per la verifica tecnica di tutti i project giacenti, che deve valutare anche il permanere dell'interesse alla realizzazione del Gra di Padova. Il progetto originario deve essere attualizzato con un adeguamento tecnico che recepisca le indicazioni e le richieste del territorio, laddove condivise dalla Regione. Noi siamo pronti, fosse per me partirei già domani mattina, ma serve una esplicita richiesta da parte della. Si tratta di un'opera che non prevede alcun contributo in capo alla Regione e ai Comuni interessati. Risolverebbe un importante problema di traffico a Padova e al tempo stesso, con il canale scolmatore, metterebbe in sicurezza idraulica l'area di Saonara e della Riviera del Brenta. Converrebbe a tutti».
A proposito di Comuni, com'è il rapporto con il sindaco di Padova?
«Ho incontrato Sergio Giordani informalmente alcuni mesi fa, e si è detto molto interessato alla realizzazione dell'opera. Mi ha ribadito che il centro di Padova è assediato dal traffico, e quindi il completamento del tratto ovest della tangenziale potrebbe aiutare. Lo incontrerò ufficialmente tra poche settimane per approfondire».
Quando vorrebbe veder realizzato il suo piano?
«Mi piacerebbe veder adeguata la progettazione per la fine del 2018, per poi ottenere nel giro di un anno il via libera dal Cipe, e quindi la gara per i lavori nel 2020. Credo siano tempi ragionevoli».
G.Pip.
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