L'ex pizzaiolo-picchiatore incastrato dal cellulare perso durante un colpo

Mercoledì 18 Luglio 2018
VIOLENZA IN CENTRO
PADOVA Assicura di non ricordarsi nulla di quella sera, martedì scorso, quando ha rapinato e mandato all'ospedale per un trauma cranico due 64enni padovani per rubare loro 360 euro. Eppure, secondo gli agenti della squadra mobile, guidati dal vicequestore aggiunto Mauro Carisdeo, avrebbe agito con una certa lucidità Anduel Toska, 35enne di origine albanese, regolare in Italia e, fino a giugno, pizzaiolo in un ristorante della provincia. Tanto che prima di cercare di prelevare dai bancomat delle vittime (tentativo a vuoto, visto che non aveva il pin), si era andato a cambiare i vestiti, per non essere riconoscibile dalle riprese delle telecamere.
L'arrestato è un uomo muscoloso, prestante, che fino a qualche mese fa conduceva un esistenza ben lontana da quella del balordo che aggredisce le sue vittime per pochi spiccioli. Il suo passato è macchiato da un arresto, nel gennaio 2015 per molestie e stalking nei confronti dell'ex fidanzata. Ma non ha precedenti per reati predatori.
LE INDAGINI
Dopo le due aggressioni, gli agenti non avevano molto a cui aggrapparsi: entrambe le vittime non avevano visto il rapinatore. Fondamentali per gli inquirenti sono state le telecamere di videosorveglianza - in particolare quelle sotto casa della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati - e le parole di un testimone oculare, un medico (che poi ha soccorso l'aggredito) che abita in via Barbarigo: dopo aver sentito la vittima urlare, si è affacciato alla finestra notando le fattezze e l'abbigliamento dell'uomo che scappava. Gli uomini della Scientifica hanno passato ore e ore a controllare i filmati. Inoltre i poliziotti hanno ricondotto i due casi a un episodio avvenuto pochi giorni prima: una donna camerunense era stata aggredita in maniera simile, ma era riuscita a difendersi, tanto che il malvivente aveva perso il suo telefono cellulare. Da qui hanno iniziato a lavorare gli investigatori, mettendo assieme un puzzle complesso.
L'INDIVIDUAZIONE
I poliziotti hanno fermato Toska con la scusa di un controllo. In tasca aveva il cellulare della seconda vittima, Giuseppe Ortolan, noto antiquario della città. a quel punto è scattata la perquisizione domiciliare, nel suo appartamento di via Dini. Qui gli agenti hanno trovato cinque cellulari - tanto che si teme che possa aver colpito altre volte in precedenza - e anche i vestiti che indossava la sera delle due rapine e, poche ore dopo, quando ha provato a prelevare intorno alle 4 di notte da un bancomat rubato allo sportello della Cariveneto di via Aspetti, all'Arcella. A quel punto è scattato il fermo. Toska, a cui il Gip Domenica Gambardella ha convalidato l'arresto, ha raccontato agli inquirenti e al pubblico ministero di non ricordarsi nulla perché sotto l'effetto della cocaina e degli psicofarmaci (tipo xanax) di cui fa uso, probabilmente durante le crisi di astinenza. E proprio la droga è stato il motivo del licenziamento un mese fa dal locale in cui lavorava come pizzaiolo. I titolari l'hanno ritenuto inaffidabile, credevano arrivasse ubriaco.
Fatto sta che da qualche mese la vita di Toska è cambiata drasticamente, forse per colpa della droga che l'ha reso suo schiavo, capace di rischiare di uccidere qualcuno per i pochi spiccioli necessari per una dose. Lo si nota anche dalle fotografie sulla sua pagina Facebook: fino a qualche settimane fa i suoi selfie ritraevano un uomo curato, palestrato, amante della bella vita, tra piscine e qualche aperitivo tra amici e viaggi con la sua Bmw Serie 3 coupè blu elettrico. Poi pian piano nelle fotografie si nota un'espressione più sofferta, un abbigliamento più trasandato. Qualcosa è cambiato. Perso il lavoro e uno stipendio sicuro, ha deciso di racimolare pochi euro per la droga con la violenza. Ora per lui si sono aperte le porte del carcere.
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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