L'esercito dei 253 docenti, tutti uniti nello sciopero

Giovedì 23 Novembre 2017
UNIVERSITÀ
PADOVA Sono 253 i professori dell'Università di Padova che tra il 28 agosto e il 31 ottobre scorso hanno incrociato le braccia in almeno uno dei due appelli della sessione estiva. Lo hanno fatto per dare un segnale forte e rivendicare il loro diritto a scatti stipendiali più alti. Una presa di posizione avanzata dal Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria e legato ai mancati scatti stipendiali dei docenti, oggetto di una vertenza che si trascina stancamente fin dal 2014, come testimoniano numerose lettere firmate da oltre 10 mila e più professori, ricercatori ed enti di ricerca. Ieri, a poco meno di un mese, ecco i dati dell'astensione. Su 2.200 docenti del Bo, in 253 (cioè poco più dell'undici per cento) non si sono presentati per uno degli appelli d'esame, con il secondo che era comunque garantito agli studenti dalle stesse linee guida dello sciopero. Un numero che seppur non si allinea alle stime nazionali (hanno scioperato il 28 per cento dei professori) è comunque ben più alto rispetto alle 140 firme raccolte per promuovere l'astensione. Un numero che ha comunque un suo crisma di validità visto che il dato così come quello delle altre università è stato comunicato dai singoli rettori degli atenei. «Lo sciopero ha, per il nostro Movimento, un'importanza superiore a quella delle ragioni sacrosante e puntuali della sua proclamazione ha commentato il professor Carlo Ferraro, docente al Politecnico di Torino e anima del Movimento per la dignità -. È un'occasione irripetibile per far capire a tutti una volta per tutte che i docenti universitari italiani non sono più disposti a farsi trattare in futuro come sono stati trattati a partire dal 2010». Ora la battaglia dei professori si gioca in Parlamento nella Finanziaria. E se qualcosa non dovesse cambiare, ecco che la minaccia di un altro sciopero potrebbe tornare a pendere sulle teste delle università italiane, Bo compreso. Questa volta, fanno sapere i professori, la protesta potrebbe assumere contorni e toni ben più grandi. Qualcuno, nel dibattito Facebook, l'ha buttata là quasi per scherzo: «E se gli scioperi fossero durante le sessioni di laurea?». Un'ipotesi, solo ventilata dal momento che si aspettano le mosse della politica, che però aveva già scatenato una ridda di commenti tra professori che approvano la mozione per dare un segnale forte e studenti che gridano allo scandalo e all'ennesima beffa legata ai pochi finanziamenti per le università. Studenti che proprio ieri, in Consiglio regionale, hanno verificato come la Regione abbia previsto un aumento di 2 milioni di euro per il diritto allo studio nel bilancio preventivo per il 2018. «Un passo in avanti che non basta», ha commentato Enrico Mazzo di Studenti Per Udu Padova.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci