L'ATTESA IN CANADA
PADOVA Sherbrooke, provincia del Quebec, cinquanta chilometri

Domenica 20 Gennaio 2019
L'ATTESA IN CANADA
PADOVA Sherbrooke, provincia del Quebec, cinquanta chilometri più a nord rispetto al confine con gli Stati Uniti. Da questa elegante città circondata dalle colline Edith Blais era partita per soddisfare il proprio desiderio di scoprire il mondo. Prima un viaggio on the road in California, poi il giro dell'Italia, infine l'avventura nel cuore dell'Africa. La sua famiglia ha sempre appoggiato quel suo spasmodico desiderio di viaggiare. Da oltre un mese, però, la mamma Jocelyne, il papà Andre e la sorella maggiore Melanie vivono giornate di enorme angoscia. Dov'è finito il sorriso della loro cuoca con la passione per la pittura? E dove si trova quel bravo ragazzo italiano che tanto era piaciuto durante le brevi ma divertenti chiacchierate su Facebook?
«Non ne abbiamo ancora la più pallida idea - risponde Jocelyne Bergeron, cinquantasei anni, aspettando notizie dalla propria abitazione canadese -. Ho letto le dichiarazione del nostro primo ministro (Justin Trudeau, ndr) secondo il quale mia figlia sarebbe viva, ma noi non abbiamo conferme di nulla. È viva al cento per cento solamente nel mio cuore. Non vedo l'ora di poterla riabbracciare, di poterle dire che la amo con tutto il mio cuore e che sono sempre stata qui ad aspettarla».
Nei giorni scorsi la signora Jocelyne ha avuto modo di incontrare due esponenti di spicco del governo di Ottawa: il ministro degli esteri Chrystia Freeland e la collega allo Sviluppo internazionale Marie-Claude Bibeau. Un colloquio tra mamme in cui è stato ribadito il massimo impegno delle autorità canadesi, senza però fornire troppi dettagli sulle ricerche e sulle eventuali trattative. «Ho sentimenti contrastanti e una gran confusione in testa - racconta ancora la mamma - ma resto sempre molto fiduciosa».
I CONTATTI CON L'ITALIA
Tra Sherbrooke e Vigonza c'è ora un filo diretto grazie soprattutto alle sorelle di Luca ed Edith. «Penso ai genitori di Luca tutto il tempo - confida mamma Jocelyne -, ho avuto modo di parlare una volta con la signora Rosanna: ho sentito nelle sue parole tutti i suoi timori ma so che sta tenendo duro anche lei come sto facendo io. È un momento estremamente difficile per tutti noi».
Da quando aveva diciotto anni, Edith non è mai stata ferma. Costantemente in viaggio, con le gambe e con la mente. È sempre stata fiera di definirsi una cittadina del mondo. «Edith adora l'Italia - dice ancora mamma Jocelyne -, del vostro paese le piace tutto. Era stata al sud, in Sicilia. Poi in Toscana. E poi ovviamente al nord, a casa di Luca».
COMPAGNI DI AVVENTURA
Già, Luca. Un ragazzo quattro anni più giovane di lei di cui si è subito fidata fin dal primo giorno in cui lo aveva conosciuto, pochi anni fa. «Non mi ha mai raccontato che rapporto hanno perché Edith è sempre stata riservata sulla sua sfera personale - spiega la madre - ma ho capito che gli vuole davvero un gran bene. Si sente molto legata a Luca. In questo viaggio si sentiva al sicuro proprio perché aveva Luca al proprio fianco. Quando ci ho parlato, anche io l'ho apprezzato molto».
Nella città di Sherbrooke tutti sono col fiato sospeso, esattamente come a Vigonza. Anche qui molte persone si stanno organizzando con iniziative di solidarietà e per questo motivo ora Jocelyne vuole ringraziare tutti: «Sono giornate difficili e molto piene, ma so che ci siete e che che se abbiamo bisogno voi siete qui». La madre di Edith sta preparando una torta, ma purtroppo non è ancora la torta per festeggiare la figlia. «Quando tornerà - dice con il cuore pieno di speranza - faremo una grande festa. Sarete tutti invitati».
G.Pip.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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