L'ANALISI
PADOVA Sono tecnici, ma devono fare i conti con la politica che li

Venerdì 24 Novembre 2017
L'ANALISI
PADOVA Sono tecnici, ma devono fare i conti con la politica che li manda a difendere i propri interessi. E infatti ieri all'ultima riunione della commissione che deve decidere il sito migliore per il nuovo ospedale, sono state scintille. Provocate soprattutto dalla Provincia, decisa a vendere cara la pelle, ovvero la propria idea di posizionare il complesso ospedaliero in zona Colli cedendo gratuitamente la terra. Ma si è scontrata contro l'asse Comune-Università e anche se la sua area andrà in finale, lunedì davanti a Zaia, sarà in coda. Sopra ci sono Padova ovest, in zona stadio Euganeo (dall'altra parte rispetto alla tangenziale) e soprattutto S. Lazzaro, a Padova est, nel quadrato compreso tra la ferrovia, la nuova statale 308 e il palasport, che sembra avere le carte migliori.
DOPPIO POLO
E il Giustinianeo? Con abile mossa è stato stralciato dal confronto. Nel senso che si è dato per assodato che il nostro attuale ospedale (1200 posti) non solo resterà aperto ma subirà un lifting radicale che lo porterà ad essere parte integrante di quello nuovo, dedicato alla scienza. Insomma la filosofia è: un unico ospedale diviso fra due poli, la città e la ricerca, con funzioni che resteranno in centro e altre che andranno fuori.
É un compromesso che, a guardarlo bene, salva capra e cavoli, ovvero la politica e le esigenze tecniche. Padova si terrà un ospedale da 900 posti, ristrutturato con precedenza e in parte costruito nuovo, dal pronto soccorso al polo chirurgico, e avrà in regalo un polo scientifico all'avanguardia di altri 900, destinato a servire tutta la Regione, ma anche i padovani.
Il compromesso dimostra quanto scivolosa sia la strada per ottenere l'apprezzamento generale e non è ancora detto che sia finita. Lunedì davanti al presidente Zaia, il direttore generale dell'Azienda ospedaliera, Luciano Flor, incaricato di tirare le fila, presenterà infatti tre aree deputate ad ospitare il policlinico universitario. E poi sarà la politica a decidere, anche se dalla griglia che presenterà con tutte le opzioni, risulta che S. Lazzaro è in testa. Ieri infatti si è parlato dei tempi. Quanto occorre per far approvare le varianti urbanistiche? Quanto per l'acquisizione delle aree? Quanto per sistemare l'accessibilità? Quanto per fare l'Accordo fra le amministrazioni e per arrivare al bando europeo?
PADOVA EST
S. Lazzaro ha prevalso perchè l'area è immediatamente disponibile e la viabilità già tracciata. Ai Colli ad esempio la Provincia ha previsto tre rotatorie sopraelevate, una delle quali sopra la Ferrovia. Roba da 12 milioni di euro. Soldi che nessuno vuole tirare fuori. La Regione dice che lei deve fare solo l'ospedale, il Comune che già spenderà milioni per l'Arco di Giano a Padova est... La segretaria generale della Provincia Malparte e l'ingegner Rizzolo si sono sgolati, ma ad un certo punto Flor ci ha messo un punto. «Lunedì se volete potrete dire la vostra». Padova ovest invece sconta il fatto che i proprietari dell'area sono 73, è dura espropriarli. Insomma la tempistica migliore, tre anni, ce l'ha S. Lazzaro.
ZAIA
Il fatto di tenere aperte tre opzioni va letto anche in chiave politica, perché permetterebbe a Zaia di giocare su più fronti. Sembra indiscutibile infatti che il Comune non indietreggerà rispetto all'idea di farsi pagare il terreno a Padova est, stimato tra i 25 e i 30 milioni di euro. Tutto può accadere ma non che rinunci a questa opzione anche perché è dirimente rispetto a quella Bitonci e permette al centrosinistra di dire che l'ex sindaco avrebbe fatto perdere patrimonio.
Zaia potrebbe accettare la spesa proprio per dimostrare che il sito migliore era quello scelto da Bitonci ma fu avversato dal centrosinistra a suo tempo in consiglio comunale. Oppure scegliere di non pagare e tornare a Padova ovest già preferita nel 2012 proprio quando c'era Zanonato sindaco, uno smacco per l'attuale maggioranza che non l'ha considerata. Nell'ipotesi peggiore, infastidito dal fatto che non ci sia unità d'intenti potrebbe stabilire di fare l'ospedale in un altro comune, a Legnaro ad esempio, visto che la Regione ha il potere di imporre il sito per opere di interesse regionale, lasciando la città orfana dell'opera.
Mauro Giacon
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Ultimo aggiornamento: 12:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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