Ira, dalla Regione uno spiraglio per salvare ventidue lavoratori

Giovedì 19 Gennaio 2017
Ira, dalla Regione uno spiraglio per salvare ventidue lavoratori
(Al.Rod.) Licenziamenti all'Ira , una speranza arriva dalla Regione. Ieri, infatti, una delegazione della Rsu dell'Ipab di via Beato Pellegrino è stata ricevuta dall'assessore regionale ai sevizi sociali Manuela Lanzarin. In discussione i 22 licenziamenti prospettati qualche mese fa dai vertici della casa di riposo. La comunicazione ufficiale, firmata dal presidente dell'Ira Fabio Incastrini, è stata comunicata a novembre e fa seguito a due delibere, una del 21 giugno (presidente Stefano Bellon nominato dal centrosinistra) e un'altra del 10 ottobre deliberata dal cda nominato dall'amministrazione Bitonci e guidato appunto da Incastrini. «Per ragioni gestionali e contabili e per mettere in sicurezza, a loro dire, il bilancio, nel prossimo triennio dovrebbe avviarsi la procedura di messa in mobilità di 22 persone. Tecnicamente questo personale viene definito in eccedenza oppure idoneo con prescrizioni e/o limitazioni », ha spiegato ieri, in tarda mattina, Stefano Pieretti di Adl Cobas dopo che, assieme ai rappresentanti di Fp Cgil, Cisl Fp, e Uil Fpl ha incontrato Lanzarin e un tecnico dell'assessorato ai Servizi sociali. «L'atteggiamento della Regione mi pare improntato alla collaborazione dice ancora il sindacalista di base L'assessore si è impegnato a chiedere all'Ira di riaprire un tavolo sulla questione, nella speranza che l'Ipab possa fare un passo indietro rispetto ai licenziamenti e questo è molto positivo». A fronte di questo, però, l'Rsu della casa di riposo ha chiesto alla Lanzarin che la Regione sia presente al tavolo della trattativa. «Pure su questo l'amministrazione regionale è stata possibilista anche se non è stata in grado di darci delle rassicurazioni. Anche per questo noi, ad oggi, non ritiriamo il nostro ricorso al Tar contro i licenziamenti», spiega il rappresentante di Ald Cobas, che poi conclude: «In tutti i casi il lavoro ad Altavita Ira ha già subito una profonda trasformazione con le esternalizzazioni nel 2015. Perché far pagare questa riorganizzazione del lavoro ai più deboli e meno tutelati? Questi lavoratori oggi garantiscono l'assistenza agli ospiti con un piano di attività specifico che rientra in tutto nelle mansioni dell'operatore addetto all'assistenza».

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