Inquinamento da ozono, «Padova è fuorilegge da 15 anni consecutivi»

Sabato 21 Luglio 2018
Inquinamento da ozono, «Padova è fuorilegge da 15 anni consecutivi»
L'EMERGENZA
PADOVA Fuorilegge da 15 anni. La città continua a sforare il limite per l'ozono e risulta essere l'area più inquinata della provincia. Ad evidenziarlo è ancora una volta Legambiente, che ieri ha diffuso una nota snocciolando numeri e proponendo soluzioni.
Partiamo dai dati. «Ieri il valore per la protezione della salute umana dall'ozono, che è di 120 microgrammi per metro cubo d'aria, è stato superato per il trentanovesimo giorno - scrive Lucio Passi, responsabile delle politiche antismog -. Il limite massimo annuale previsto per legge è di 25 giorni. Dal 2004, cioè da quando l'Arpav fornisce i dati sul limite per la protezione umana, la nostra città ha sempre superato il limite». Lo scorso anno il limite era stato superato l'8 luglio e nel 2016 il 1.agosto: quest'anno lo sforamento è stato registrato in anticipo, il 29 giugno.
L'ozono deriva in larga misura dai tubi di scappamento, ma il Comune come lo affronta? «Riteniamo incoraggianti alcune politiche - scrive Passi -, pensiamo per esempio ai passeggeri recuperati dagli autobus grazie al ripristino del diretto piazze ed alle giuste modifiche di alcune linee urbane. Auspichiamo che il servizio a chiamata notturno vada in porto. È incoraggiante anche l'assunzione della progetto della Bicipolitana, ancorò però solo sulla carta. Apprezziamo inoltre anche l'ampliamento degli orari della Ztl».
Dopo le lodi, però, Legambiente incalza il Comune. «Serve un vero cambio di passo nella lotta allo smog. Non basta aspettare il nuovo tram. «Vanno messe in cantiere più decise e incisive azioni strutturali per rendere sostenibile la mobilità urbana, che disincentivino seriamente il traffico privato e promuovano modalità collettive di trasporto di persone e merci, a partire dall'esponenziale potenziamento del trasporto pubblico. Fino al punto, se necessario, di attivare anche forme di tariffazione per calmierare l'entrata delle auto a Padova, sostenute da un capillare servizio pubblico, non dimenticando di organizzare il car pooling urbano (auto condivise) e di potenziare car e bike sharing». Infine, un altro appello: «Più alberi, meno cemento».
Gabriele Pipia
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