In città da gennaio oltre novanta casi

Sabato 20 Maggio 2017
In città da gennaio oltre novanta casi
Ammessi a scuola solo se vaccinati? Sulla legge che introduce l'obbligatorietà delle vaccinazioni pediatriche, Giorgio Palù, direttore del Centro di Microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera universitaria, presidente della Società italiana di Virologia e dell'European Society for Virology, prende una posizione favorevole.
Anche alla luce del preoccupante diffondersi in Italia del morbillo, un'infezione molto pericolosa ma del tutto prevedibile con tassi di vaccinazione sufficientemente alti.
Nel Padovano da gennaio ad oggi si sono verificati una novantina di casi, uno sproposito rispetto al trend usuale. «La Società italiana di virologia ritiene che l'introduzione dell'obbligo sia una misura doverosa per preservare la salute pubblica da conseguenze catastrofiche, che potrebbero derivare - sottolinea Palù - dal mancato controllo dell'epidemia di morbillo in corso, che è prevedibile si estenda alle regioni con più bassa copertura. Il calo della copertura vaccinale riguarda anche altre malattie altamente contagiose, quali la meningite, la rosolia e l'infezione da papillomavirus, responsabile di tumori e condilomi del distretto anogenitale e del cavo orale. La Società auspica, sulla linea indicata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che vengano tempestivamente messe in atto tutte le misure necessarie per raggiungere la massima copertura nella popolazione».
A questo proposito Palù ritiene che l'applicazione di una sanzione ai genitori non sia invece una soluzione efficace per promuovere le vaccinazioni o per convincere gli antivaccinisti: «Le mancate vaccinazioni mettono a rischio la salute pubblica e in particolare quella dei bambini piccoli non ancora vaccinati e i soggetti immunodepressi. I bambini, specialmente, devono poter frequentare gli asili e le scuole senza rischiare la vita per colpa altrui. Il diritto alla salute è fondamentale - afferma Palù - e deve essere garantito all'individuo e a tutta la comunità, come sancito dalla Carta costituzionale dove, nella gerarchia dei diritti, è chiaramente prioritario rispetto ad altri: primum vivere».

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