(m.a.) Si è spacciato per una divinità indiana con il solo obiettivo di usare violenza sessuale su due sorelline minorenni padovane. I suoi legali hanno chiesto di poter risarcire le due vittime, ma il sostituto procuratore Roberto Piccione, titolare delle indagini, ne ha chiesto il rinvio a giudizio per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale su minorenni. Alla fine il santone indiano ha chiesto al Gup di poter patteggiare la sua pena. Tutto è accaduto tra il 2007 e il 2013, quando l'indiano è stato ospitato da una famiglia padovana all'Arcella. E l'uomo, secondo l'accusa, appena i genitori delle bambine uscivano di casa, le colpiva con forti schiaffi e mimava verso di loro il lancio di oggetti. Inoltre pretendeva, ancora secondo l'accusa, che le due sorelline lo chiamassero papà sostenendo di essere una divinità indiana: un santone. E poi aveva degli improvvisi scatti d'ira, in cui distruggeva i mobili e gridava alle due bambine «...Voi mi offendete e io vi faccio morire...». Poi, con il passare dei mesi, l'indiano sarebbe diventato ancora più pericoloso. In più di una occasione avrebbe avvicinato le due sorelline affermando di essere Dio e mostrando loro diversi filmati pornografici. Poi, ancora secondo l'accusa, le avrebbe costrette a subire attenzioni di natura sessuale. Le avrebbe toccate nelle parti intime e costrette a subire rapporti orali. Diceva loro «...Dovete imparare, devo insegnarvi, sono il vostro maestro...». Le sorelline, disperate, dopo anni di maltrattamenti hanno raccontato tutto agli insegnanti a scuola e sono scattate le indagini da parte della Squadra mobile con la sezione dedicata ai minorenni. I poliziotti hanno individuato e accompagnato in questura l'indiano, dove è stato interrogato. Le successive indagini hanno fatto emergere i maltrattamenti del santone alle due sorelline.
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