Il peso (in euro) del Sapere: al Bo tasse aumentate del 20% in 10 anni

Martedì 14 Novembre 2017
I NUMERI
PADOVA Non è nei primi diciotto posti, occupati dai meno virtuosi, ma a dirla come gli studenti «non è che questo sia un vanto».
Lei è l'Università di Padova, 62 mila studenti e un'offerta formativa che copre quasi tutto lo scibile umano. A macchiare però il lustro di uno degli atenei più importanti d'Italia e d'Europa (e l'incontro avuto con Oxford settimana scorsa è lì a dimostrarlo) sono i costi e le tasse d'iscrizione ai corsi di laurea proposti dal Bo. Costi che negli ultimi dieci anni sono cresciuti del 20,69 per cento.
Lo dice un'indagine messa a punto dall'Unione degli Universitari che, numeri alla mano, ha fatto le pulci alle tasse di tutti gli atenei italiani, scoprendo che dal 2007 ad oggi solo Firenze ha fatto calare i costi per gli studenti. Per il resto, solo aumenti.
E Padova non è da meno. Se per iscriversi all'anno accademico 2005/2006 infatti uno studente doveva pagare una media di 1.282,19 euro all'anno, oggi (l'ultimo anno preso in considerazione è il 2015/2016) chi si è iscritto al Bo, ha dovuto pagare una media di 1.547,52 euro. Calcolatrice alla mano, il saldo è presto detto: 265,33 euro in più che, tradotto i percentuali, si legge come un aumento del 20,69 dei costi d'iscrizione a studente.
«L'analisi - spiega Enrico Mazzo di Udu Studenti Per Padova - è il frutto di una media tra le tasse più alte, che a Padova arrivano a sfiorare i tremila euro, e quelle più basse, garantite a chi ha meno possibilità economiche, e che comunque non sono molto distanti dai mille euro, una quota lo stesso importante».
L'aumento maggiore, sottolinea l'indagine di Udu, si è avuto negli ultimi sette anni. E il fatto che Padova non rientri nella speciale classifica di chi ha chiesto più soldi agli studenti (il primo posto a livello nazionale è occupato dall'Università Seconda di Napoli, con un più 500 euro, ma anche Venezia e Verona si fanno notare con una media di aumenti che va dai 300 ai 500 euro, mentre Firenze è l'unica università a far segnare un meno alla voce tasse richieste) non è un dato capace di far sorridere.
«La variazione di Padova è stata minore - continua Mazzo - ma Padova è già da tempo tra le cinque università più care d'Italia: ecco perché non possiamo leggere come positivo il dato».
Un percorso che negli ultimi sette anni aveva fatto notare un deciso aumento: 1.323 euro di media nel biennio 2008/2009 e 2009/2010 che diventavano 1.480 nel 2010/2011, per salire a 1.508 nel 2011/2012 e toccare l'apice nel 2012/2013, quando iscriversi all'Ateneo di via VIII settembre costava, in media, 1.551 euro. Di lì in poi un leggero calo (1.535 nel 2013/2014 e 1.521 nel 2014/2015) per poi risalire ai 1.547 del 2015/2016, con l'anno accademico in corso che non si distanza molto da queste cifre.
«Il calo del biennio 2013/2015 era dovuto ad una leggera diminuzione delle iscrizioni e ad un aumento degli studenti che avevano richiesto l'Isee, lo strumento con cui accedere alle borse di studio» chiarisce ancora Enrico Mazzo. Che poi punta il dito non contro il Bo in particolare («anzi, la gestione Rizzuto ci sta venendo incontro», riconosce) ma contro i fondi statali che sempre più mancano agli atenei, e Padova non fa difetto in questo.
«Negli ultimi anni - fa notare il report di Udu - nelle sole università statali il gettito complessivo della contribuzione a livello nazionale è passato da circa 1,2 miliardi di euro a 1,6 miliardi: quasi 400 milioni di euro in più chiesti agli studenti per coprire la progressiva diminuzione dei finanziamenti statali per gli atenei, in controtendenza con quanto messo in atto dagli atenei europei. E così le nostre università, costando sempre di più, vedono una diminuzione di iscrizioni: da qui la necessità di aumentare le tasse per chi ne è già studente».
Nicola Munaro
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