Il parroco apre la chiesa: 200 migranti tra i banchi

Venerdì 17 Novembre 2017
Il parroco apre la chiesa: 200 migranti tra i banchi
L'ACCOGLIENZA
«Siamo tutti stremati e provati da questa vicenda, che ha segnato la nostra comunità in soli due giorni». È questo il commento a caldo del sindaco di Codevigo Annunzio Belan, non appena il folto gruppo di richiedenti asilo provenienti dall'hub di Cona ha lasciato il territorio comunale, dopo avere trascorso la notte all'interno della chiesa parrocchiale di Codevigo.
In meno di 48 ore la località posta ai confini della provincia di Padova, l'unico territorio patavino che ha accesso diretto al mare, ha registrato momenti di protesta da parte dei migranti, dei residenti, ma anche segni di solidarietà, tutti segnati dalla tragedia della morte dell'ivoriano mercoledì sera lungo via Argine Sinistro Brenta, meglio conosciuto come Arzaron. «Poche ore prima dell'incidente ero stato io stesso a trattare con i rappresentanti dei migranti, insieme alle forze dell'ordine che hanno svolto un ruolo davvero insostituibile - racconta Belan - Rifiutata la nostra proposta di fare arrivare in piazza le corriere per riportare a Cona per la notte i migranti, che sarebbero tornati a Codevigo il mattino successivo per proseguire la marcia verso Venezia, gli otre duecento richiedenti asilo si sono portati comunque in centro, chiedendo di poter usare la palestra o una sala pubblica, richiesta che abbiamo declinato, per non creare precedenti».
La notizia della morte del trentacinquenne Salif Traore ha acuito la tensione e fatto temere una rivolta dei richiedenti asilo, che difficilmente sarebbe stata gestibile. «Purtroppo qualche esagitato italiano ne ha approfittato per provocare gli stranieri con frasi anche offensive» aggiunge il primo cittadino di Codevigo, che poi si è incontrato con il capitano della Compagnia di Piove di Sacco Enrico Zampolli e il luogotenente della Stazione dei Carabinieri Giovanbattista Ferrante, sempre presenti, con il parroco di Codevigo don Michele Fanton, oltre che con don Luca Facco, direttore della Caritas diocesana, e padre Lorenzo Snider, delegato dal vescovo per l'assistenza spirituale nelle basi di Cona e Bagnoli, che insieme hanno valutato e accompagnato la situazione in diretto collegamento con il vescovo Cipolla.
«Sapendo che i ragazzi erano di passaggio e interagendo direttamente ed esclusivamente con loro, abbiamo aperto la chiesa per dare un ricovero caldo e sicuro per la notte» spiega don Luca Facco. «Prima di aprire le porte è stato concordato il comportamento e lo stile da tenere, di ordine e rispetto del luogo. La chiesa è rimasta riscaldata tutta la notte e sono stati aperti i servizi igienici del centro parrocchiale. Una volta entrati in chiesa abbiamo pregato insieme per il ragazzo che era morto durante il tragitto ed è stato un momento molto intenso. I ragazzi si sono comportati con ordine e decoro e al risveglio hanno sistemato e ripulito con estrema cura la chiesa», conclude il direttore della Caritas.
Fuori dalla chiesa sono invece rimasti i sindacati di base con le bandiere e gli esponenti dei centri sociali. Il parroco don Michele ieri mattina con alcuni volontari della parrocchia ha poi preparato bevande calde per tutti, sia per i migranti che per le forze dell'ordine che avevano vegliato sulla sicurezza nel corso della notte. «È stata la scelta migliore, dettata dal buon senso - sottolinea il sindaco Belan - per dare anche sicurezza ai residenti e mantenere l'ordine pubblico, scelte condivise all'interno della nostra amministrazione con il vice sindaco e i consiglieri».
Nel corso della mattinata il corteo si è poi messo in movimento, scortato sempre dalle forze dell'ordine, dirigendosi lungo l'argine del Brenta prima verso Rosara, poi a Corte di Piove di Sacco, passando infine in territorio veneziano nel comune di Campolongo Maggiore.
Nicola Benvenuti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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