Il filmato incastra Litta: ora è indagato per peculato

Mercoledì 31 Gennaio 2018
Il filmato incastra Litta: ora è indagato per peculato
LO SCANDALO
PADOVA È ufficiale, il video integrale realizzato dalla trasmissione Petrolio di Rai Uno ha incastrato il professore Pietro Litta. Il medico è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di peculato. In quel filmato gli uomini del primo gruppo di lavoro della Squadra di polizia giudiziaria della Procura, hanno potuto vedere un pagamento in nero dopo una visita medica. E ieri mattina all'alba sono scattate le perquisizioni nelle abitazioni e negli studi del professore. Ma le indagini sono solo all'inizio perchè gli inquirenti, gli stessi delle operazioni mazzette all'obitorio e mazzette all'Università, vogliono capire cosa accade all'interno dell'Azienda ospedaliera. Saranno sentite le pazienti, non solo di Litta ma anche di altri medici, per appurare se hanno dovuto pagare per saltare le liste d'attesa. Se questo metodo fosse accertato, il reato ipotizzato sarebbe la concussione.
IL VIDEO
La giornalista del programma Petrolio, Francesca Biagiotti, si era recata alla clinica privata Cittàgiardino dove lavorava il professore Litta in regime di intra moenia a seguito di un accordo tra la clinica e l'Azienda ospedaliera. Nella parte del filmato trasmessa da Rai Uno la giornalista, spacciandosi per una paziente, ha chiesto al medico delucidazioni su un intervento per la chiusura delle tube e se c'era la possibilità di saltare le liste d'attesa. E il professore avrebbe risposto che si poteva, pagando 2 mila euro. Ed è qui che è scoppiato lo scandalo, ma è in un altro punto del video, mai mandato in onda, dove gli inquirenti hanno ravvisato il reato di peculato. E già perchè la giornalista alla fine si è fatta veramente visitare dal professore, sottoponendosi a una ecografia. E per questa prestazione, sempre in attività intra moenia, la giornalista ha allungato alla segretaria del ginecologo 250 euro in nero.
LE PERQUISIZIONI
Una volta iscritto il professore Pietro Litta nel registro degli indagati, sono scattate le perquisizioni. La Squadra di polizia giudiziaria della Procura, ieri all'alba, ha passato al setaccio la casa all'Arcella, intestata alla moglie del professore, dove risulta domiciliato e quella nel sestiere Cannaregio a Venezia dove è residente. Quindi sono stati nella clinica Cittàgiardino e nel suo studio ospedaliero in clinica universitaria. Gli inquirenti hanno sequestrato due computer, un telefono cellulare, diversi file e tantissimi documenti cartacei. Inoltre hanno messo i sigilli a una vecchia cassaforte, alta da terra circa 80 centimetri, della quale il ginecologo ha perso le chiavi. Nei prossimi giorni verrà aperta ed esaminata. Ma gli investigatori, sempre nella giornata di ieri, hanno sentito anche a sommarie informazioni la segretaria che nel video prende i 250 euro in nero dalla giornalista e Luca Siliprandi il direttore della clinica Cittàgiardino, che ha subito stigmatizzato il comportamento del professore Litta. Le loro testimonianze potrebbero essere di grande aiuto agli inquirenti.
LE INDAGINI
Il fascicolo è stato passato al sostituto procuratore Silvia Golin, ma tutta l'operazione è sempre visionata dal procuratore capo Matteo Stuccilli. E le indagini sono solo all'inizio. Gli inquirenti nei prossimi giorni, con l'aiuto dei militari della Guardia di Finanza, andranno a visionare i conti correnti del professore Litta. Inoltre gli investigatori andranno a sentire diverse pazienti, non solo del ginecologo indagato, per capire se alcune di loro hanno pagato per saltare le liste d'attesa in ospedale. In questo caso, se uno o più episodi fossero accertati, si potrebbe ipotizzare il reato di concussione. E di conseguenza verranno effettuati una serie di accertamenti anche sul Cup in Azienda ospedaliera (centro unico prenotazioni) per appurare eventuali anomalie. Inoltre sarà passato al setaccio il server dell'ospedale. Tutti dati che, una volta raccolti, dovranno essere intrecciati per riscontare possibili azioni non regolari. Al momento poi gli inquirenti non sembrano intenzionati ad ascoltare la versione dei fatti da parte del professore Litta. Nessun reato invece è stato riscontrato nel caso della ginecologa Alessandra Andrisani, responsabile del Centro di procreazione medicalmente assistita della Clinica ostetrico-ginecologica. Dottoressa che, secondo il filmato trasmesso da Petrolio, in regime extra moenia avrebbe proposto a una donna sottoposta a visita due tipi di parcella: una con ricevuta da 180 euro e una scontata in nero da 140 euro. Inoltre nel video Andrisani, alla richiesta di saltare le liste d'attesa pagando, ha ripetuto più volte «...No, questo non si può fare...». La ginecologa rischia al massimo un controllo fiscale o da parte dell'Agenzia delle entrate o da parte della Guardia di Finanza.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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