LA CITTA'
PADOVA Anche il referendum conferma una tendenza emersa chiara in occasione delle ultime elezioni amministrative: soprattutto l'elettorato delle periferie premia la Lega Nord e più in generale tutte le istanze portate avanti dal Carroccio. Non è un caso, infatti, che la percentuale più bassa di affluenza alle urne domenica scorsa si sia registrata in centro storico, soprattutto nelle zone all'interno delle mura cittadine dove è più presente il cosiddetto ceto medio riflessivo che alle ultime elezioni ha premiato Lorenzoni, candidato di Coalizione civica. A Chiesanuova e Brusegna, invece i numeri parlano chiaro: anche se di poco il quorum è stato superato.
Tornando al centro storico, per quel che riguarda il quartiere 1, si è registrata un'affluenza pari al 35.8%. In pieno centro, quindi alla scuola primaria Carraresi, al seggio 2 ha votato il 20% degli aventi diritto, mentre al seggio 3 appena il 12%. In questo caso, però, l'elettorato di sinistra c'entrerebbe poco. In questi seggi, infatti, è molto presente la destra che fa riferimento a Fratelli d'Italia, l'unico partito che in queste ore si è schierato nettamente contro la consultazione.
Uscendo dal centro, ma neanche più di tanto, a Santa Rita, dove a giugno ha fatto il pieno di voti Coalizione civica e dove è presente una popolazione formata soprattutto di insegnanti, liberi professionisti, medici e dipendenti pubblici, non si è andati oltre il 40%. E' andata anche peggio al Portello: 34.6%.
Interessante, poi, il dato del quartiere 2. Nella prima Arcella, dove la Lega in passato ha raccolto consensi molto ampi legati alla presenza di un forte degrado, si è superato ampiamente il 50%. Complessivamente, però, i risultati della circoscrizione non sono andati oltre il 45.1%. C'è da ricordare che alle ultime amministrative il quartiere che nel 2014 era diventato una roccaforte leghista, ha voltato le spalle a Bitonci votando compattamente per Giordani. Nel quartiere 5 Armistizio-Savonarola, non si è andati oltre il 45,6%. Affluenza salita al 47% nella circoscrizione 4. E qui, a fare la parte del leone sono le cosiddette periferie.
Si va infatti oltre il 50% in molti seggi, a Voltabarozzo alla Guizza e a Salboro un tempo roccaforte dell'ex vicesindaco dem Ivo Rossi. Sempre rimanendo in periferia, si arriva quasi al quorum (48,6%) nel quartiere 3. Qui alle urne sono andati (quasi) in massa a Torre, Mortise - dove è molto presente l'ex assessore leghista Alain Luciani - e a Camin. Si sfiora il 51%, per la precisione ci si ferma al 50,96% nel quartiere 6. Grande partecipazione ai seggi si è registrata a Chiesanuova, quartiere di riferimento del consigliere regionale leghista Fabrizio Boron e a Brusegana, dove in passato non sono mancate tensioni tra italiani e immigrati.
Insomma la contrapposizione tra centro e periferia sembra fare da filo conduttore tanto per il voto a livello provinciale dove il divario di affluenza tra città e provincia viaggia sul 13%, quanto all'interno dei confini cittadini dove i residenti del centro sono rimasti insensibili all'appello lanciato all'amministrazione Zaia.
Al.Rod.
© riproduzione riservata
PADOVA Anche il referendum conferma una tendenza emersa chiara in occasione delle ultime elezioni amministrative: soprattutto l'elettorato delle periferie premia la Lega Nord e più in generale tutte le istanze portate avanti dal Carroccio. Non è un caso, infatti, che la percentuale più bassa di affluenza alle urne domenica scorsa si sia registrata in centro storico, soprattutto nelle zone all'interno delle mura cittadine dove è più presente il cosiddetto ceto medio riflessivo che alle ultime elezioni ha premiato Lorenzoni, candidato di Coalizione civica. A Chiesanuova e Brusegna, invece i numeri parlano chiaro: anche se di poco il quorum è stato superato.
Tornando al centro storico, per quel che riguarda il quartiere 1, si è registrata un'affluenza pari al 35.8%. In pieno centro, quindi alla scuola primaria Carraresi, al seggio 2 ha votato il 20% degli aventi diritto, mentre al seggio 3 appena il 12%. In questo caso, però, l'elettorato di sinistra c'entrerebbe poco. In questi seggi, infatti, è molto presente la destra che fa riferimento a Fratelli d'Italia, l'unico partito che in queste ore si è schierato nettamente contro la consultazione.
Uscendo dal centro, ma neanche più di tanto, a Santa Rita, dove a giugno ha fatto il pieno di voti Coalizione civica e dove è presente una popolazione formata soprattutto di insegnanti, liberi professionisti, medici e dipendenti pubblici, non si è andati oltre il 40%. E' andata anche peggio al Portello: 34.6%.
Interessante, poi, il dato del quartiere 2. Nella prima Arcella, dove la Lega in passato ha raccolto consensi molto ampi legati alla presenza di un forte degrado, si è superato ampiamente il 50%. Complessivamente, però, i risultati della circoscrizione non sono andati oltre il 45.1%. C'è da ricordare che alle ultime amministrative il quartiere che nel 2014 era diventato una roccaforte leghista, ha voltato le spalle a Bitonci votando compattamente per Giordani. Nel quartiere 5 Armistizio-Savonarola, non si è andati oltre il 45,6%. Affluenza salita al 47% nella circoscrizione 4. E qui, a fare la parte del leone sono le cosiddette periferie.
Si va infatti oltre il 50% in molti seggi, a Voltabarozzo alla Guizza e a Salboro un tempo roccaforte dell'ex vicesindaco dem Ivo Rossi. Sempre rimanendo in periferia, si arriva quasi al quorum (48,6%) nel quartiere 3. Qui alle urne sono andati (quasi) in massa a Torre, Mortise - dove è molto presente l'ex assessore leghista Alain Luciani - e a Camin. Si sfiora il 51%, per la precisione ci si ferma al 50,96% nel quartiere 6. Grande partecipazione ai seggi si è registrata a Chiesanuova, quartiere di riferimento del consigliere regionale leghista Fabrizio Boron e a Brusegana, dove in passato non sono mancate tensioni tra italiani e immigrati.
Insomma la contrapposizione tra centro e periferia sembra fare da filo conduttore tanto per il voto a livello provinciale dove il divario di affluenza tra città e provincia viaggia sul 13%, quanto all'interno dei confini cittadini dove i residenti del centro sono rimasti insensibili all'appello lanciato all'amministrazione Zaia.
Al.Rod.
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