IL CASO
MESTRE In via Orlanda, nella sede della Motorsport di Mestre, che ha

Martedì 30 Gennaio 2018
IL CASO MESTRE In via Orlanda, nella sede della Motorsport di Mestre, che ha
IL CASO
MESTRE In via Orlanda, nella sede della Motorsport di Mestre, che ha una filiale anche a Legnaro, lo chiamano cambio societario in atto. Da Bmw Italia sono decisamente meno democristiani: «C'è un curatore fallimentare che si sta occupando della vicenda. C'è quindi una procedura in corso sulla quale non possiamo fornire risposte, né alla stampa e né ai clienti che hanno acquistato vetture o moto. Per noi Motorsport è un dealer, un'entità terza imprenditoriale». Insomma, sono affari loro. E dei clienti che rischiano di perdere i soldi già versati e che, adesso, si fanno avanti uno per uno. Cercando di mettersi assieme.
DOCCIA GELATA
Bmw Italia, insomma, si sfila dalla vicenda del gruppo concessionario di Bmw e Mini. I clienti, secondo il marchio tedesco, se la dovranno vedere solo con la società veneta sperando di avere indietro il denaro dato come caparra o addirittura come saldo dell'intero acquisto, anche se poi l'auto o la moto non ancora è stata consegnata. Ai primi tre motociclisti che, dalle pagine del Gazzettino di domenica scorsa, avevano denunciato la vicenda, se ne stanno sommando altri. «All'appuntamento di domenica sera, alla Nave de Vero di Marghera, si sono aggiunti altri cinque acquirenti - raccontano -. Altri li stiamo contattando grazie alla pagina Facebook del Gazzettino che ha rilanciato la notizia. Tra i commenti abbiamo trovato decine di clienti che attendono inutilmente la consegna da mesi». Ieri, intanto, le concessionarie erano regolarmente aperte, anche se all'interno non c'erano i responsabili. «Li state cercando? Lasciate un numero di telefono e vi faremo contattare dagli avvocati». Avvocati? «Sì, sono loro che si stanno occupando della vicenda societaria. Non possiamo dire altro». Le voci che girano sono quelle di una strenua ricerca di un altro gruppo che subentri nella società, ma anche che i contatti finora non siano andati a buon fine per arrivare ad un concordato, con lo spettro del crac dietro l'angolo.
«RIMESSI 40MILA EURO»
Roberto Toigo è segretario nazionale della Uilm. Ha pagato cash 40mila euro per quella Bmw Serie 5 che è ferma da novembre nel piazzale della sede di Belluno della filiale Motorsport. «Avevo fatto montare anche le gomme da neve ma continuano a dirmi che non possono immatricolarla perché è in corso una specie di fallimento - racconta -. E la macchina è lì, mentre i miei soldi non so dove siano finiti. Il paradosso è che si salva solo chi ha acceso un finanziamento, che scatta solo dal momento della consegna della vettura». E Toigo è anche sindacalista: «Qui tutti i dipendenti non vengono pagati da tre mesi e, alcuni, se ne sono già andati. L'unica cosa che mi sento di dire è di non disdire il contratto, che è l'unica coaa che ci può legare a Bmw Italia. Ormai ho passato tutto al mio avvocato».
Fulvio Fenzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci