Il 25 aprile, appello di Lorenzoni: «La città resti unita con il dialogo»

Giovedì 26 Aprile 2018
LA CERIMONIA
PADOVA «Chi gestisce la cosa pubblica non deve mai fare distinzione tra il noi e il loro. Diversamente si crea divisione e conflitto». Una celebrazione del 25 aprile ad alto contenuto politico, quella che si è tenuta ieri mattina davanti a palazzo Moroni. Alla cerimonia erano presenti tra gli altri, il vicesindaco Arturo Lorenzoni, il presidente della Provincia Enoch Soranzo, il prefetto Renato Franceschelli, il questore Paolo Fassari, i parlamentari Alessandro Zan (Pd) e Giovanni Endrizzi (M5S), il rettore Rosario Rizzuto, i consiglieri regionali Claudio Sinigaglia (Pd) e Piero Ruzzante (Leu). Presente anche il presidente uscente della Fondazione cassa di risparmio Antonio Finotti. Non ha valuto mancare all'appuntamento neppure l'ex partigiano ed ex senatore del Pci Emilio Pegoraro (96 anni).
INTERVENTI
Hanno virato decisamente verso il politico che non sull'istituzionale, gli interventi dal palco, a partire da quello di Lorenzoni che ha sostituito Sergio Giordani che si trova per qualche giorno in Israele. «Questa ricorrenza dovrebbe unire e non dividere il Paese. Come accade il 14 luglio in Francia o il 4 luglio negli Stati Uniti» ha esordito il vice sindaco che poi ha aggiunto: «Non dobbiamo mai e poi accettare una gestione della cosa pubblica che distingua in qualsiasi modo un noi e un loro». «Ogniqualvolta accettiamo che ci sia un noi e un loro, creiamo una divisione, un muro, una contrapposizione e, di conseguenza, un conflitto» ha detto ancora il numero due di palazzo Moroni. «L'auspicio in questo giorno è di essere aperti e capaci di dialogare con tutti; mai avremmo vinto il nazifascismo senza un'alleanza forte tra tutte le forze democratiche del Paese ha concluso l'esponente arancione - E di questo ha bisogno Padova, di questo ha bisogno l'Italia, di questo ha bisogno l'Europa, di questo ha bisogno ciascuno di noi e il mondo per vivere in pace».
L'ANPI
L'orazione ufficiale di Floriana Rizzetto, presidente Provinciale dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia è stata, invece, un'orgogliosa scelta di campo. «Per me intervenire in questa cerimonia è importante per vari motivi ha scandito Rizzetto In primo luogo, quest'anno si celebreranno i 70 anni dall'entrata in vigore della nostra costituzione. In seconda istanza, ora a governare la città c'è un'amministrazione che, rispetto al passato, è più aperta al dialogo e al confronto. Un'amministrazione che ha approvato una norma molto importante: l'interdizione delle sale pubbliche a chi si rifà all'ideologia nazifascista». L'esponente dell'Anpi ha messo poi in guardia dall'avanzata dei movimenti populisti e sovranisti. «Stiamo vivendo tempi in cui attorno ai nostri confini, più o meno lontani ha spiegato, invece, nel suo intervento Soranzo - la parola guerra è purtroppo una realtà. In Siria, prima di tutto, ma anche in Libia, Nigeria, Somalia e in moltissimi altri Paesi le popolazioni stanno vivendo situazioni di conflitto permanente e diffuso, di enorme portata storica». «Lo vediamo tutti i giorni, da cittadini e da amministratori: il disagio che sta montando appena fuori dalle porte di casa nostra, sta bussando nei nostri Comuni, piccoli e grandi nessuno escluso ha concluso il presidente della Provincia - È tempo di guardare in faccia la realtà e capire che il problema dei migranti nasce dal conflitto geopolitico che l'Europa - non l'Italia, non il Veneto, non Padova e non i singoli Comuni italiani - dovrebbe gestire con una voce unica, forte e che tuteli i Paesi geograficamente più esposti come il nostro». Alberto Rodighiero
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