I commercianti vanno all'attacco: «Ztl, il Comune ci sta ignorando»

Giovedì 24 Gennaio 2019
LA CRISI
PADOVA Da qualsiasi parte la si guardi c'è qualcosa che non va in questa vicenda. Dopo le polemiche estive sui cambi di regime della ztl il sindaco Giordani si era impegnato in prima persona ad organizzare un tavolo tecnico di lavoro, la cosa più sensata. In due riunioni a dicembre scorso con il vicecomandante dei vigili Massimo Salmaso e il nuovo caposettore Urbanistica Danilo Guarti, si erano ritrovati i rappresentanti di Confesercenti, Ascom, Appe, Acc, Sotto Salone e Gattamelata.
L'ACCORDO
Tutti d'accordo su una ztl a due velocità, una zona rossa blindata corrispondente alle piazze e una più morbida, con varchi accesi solo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20. Baci e abbracci. Il 20 dicembre alle ore 15.15 la riunione si chiude con l'impegno dei tecnici a riferire ai piani alti. Ieri a domanda il vicesindaco Lorenzoni, assessore alla Mobilità, risponde: «Non faccio parte del tavolo tecnico e dunque non so nulla. Quando mi riferiranno parlerò». E con Guarti si parla? «Di molte cose, ma finora non della ztl».
LE CRITICHE
Le associazioni dei commercianti che già erano in fibrillazione per non aver ricevuto notizie a un mese dalla bozza, ieri sono esplose. «Dobbiamo rilevare un oggettivo disinteresse per la problematica da parte dell'assessore. E allora perché farci perdere ore di lavoro?» Così Ruggero Rovelli delegato per l'Acc di Massimiliano Pellizzari. «Sappiamo che le ztl devono esistere che la città deve respirare ma far arrivare le auto non dentro il centro perchè non ci stanno, ma vicino, si deve. Siamo già stati bravi a sganciare il tema della Prandina. Ma ci aspettavamo risposte, lì eravamo tutti d'accordo».
Più flemmatico Maurizio Francescon, Confesercenti. «C'è un percorso da fare insieme e da qui non si esce. Il percorso prevede la revisione della ztl accompagnato da una serie di step. Ad esempio meno auto in centro uguale più servizio pubblico. Una dotazione maggiore di aree di sosta, tempistiche precise. Lorenzoni è intelligente, sa che non accetteremo provvedimenti che danneggino il tessuto commerciale».
DECIDERE PRESTO
«Dice che non sa nulla delle riunioni? Vorrà dire che gli manderò io il verbale». Filippo Segato dell'Appe ragiona a voce alta. «Che l'assessore non sia in contatto con il suo caposettore lo considero grave. Perchè stiamo parlando di un argomento che riguarda la vita di migliaia di persone. Fino a ieri speravamo che il silenzio fosse un tempo preso per esaminare la documentazione ma se dice che non l'ha nemmeno vista... Considerare questo un piccolo problema rispetto alla bicipolitana è sconcertante. Ricevo quotidianamente telefonate di esercenti allo stremo che meditano di chiudere. Vogliamo un centro storico desertificato? La città di sera è morta, mi viene da pensare che vada bene così. Ma ci sono 500 pubblici esercizi e 3500 negozi in centro. Per non parlare della Prandina la cui soluzione è delegata alla fantomatica Agenda 21 che mai comincia a riunirsi».
APRIAMO IL CENTRO
Chiude Patrizio Bertin, Ascom. «Abbiamo lavorato tanto per un obiettivo condivisibile e dunque ci aspettiamo una risposta chiara perchè se la gente ha la parvenza che si tratti di una città chiusa non viene in centro. Ora, visto che abbiamo aperto un tavolo appositoa, se lui non ne sa niente mi preoccupo. Che ci siamo venuti a fare? Ma quello che serve è dare risposte ai cittadini non ai residenti della ztl ma a tutti gli altri, con nuove regole e nuovi parcheggi all'ingresso del centro. Treviso ha eliminato una stazione dei bus per farne uno. Bisogna offrire servizi comodi, il buon senso sia messo in atto»..
Mauro Giacon
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