Estorsione e bancarotta, per i sei imputati chiesti 30 anni di carcere

Mercoledì 16 Gennaio 2019
Estorsione e bancarotta, per i sei imputati chiesti 30 anni di carcere
L'INCHIESTA
PADOVA È alle battute finali il processo per bancarotta con sei imputati, legato a filo diretto con il caso Catapano. Il clan camorristico, infiltratosi nei nostri territori, che prestava soldi ad aziende in difficoltà. A scoprire la malavita organizzata nella nostra provincia erano stati i carabinieri di Carmigano di Sant'Urbano nel 2011 partendo dal fallimento della ditta Ares di Este. Il gruppo Catapano svuotava le imprese di beni mobili e immobili, oppure le cedeva a società fittizie vanificando sia le pretese dei creditori e sia la procedura coattiva di riscossione delle imposte. Gli uomini dell'Arma arrestarono poi in Spagna a Valencia, il boss Vincenzo Catapano. Ieri il sostituto procuratore Giorgio Falcone, titolare delle indagini, davanti ai giudici del Tribunale collegiale dopo la sua requisitoria ha chiesto le condanne per i sei alla sbarra tutti accusati a vario titolo di bancarotta, truffa, sostituzione di persona, falsità materiale, simulazione di reato ed estorsione. Il pubblico ministero ha anche chiesto per i sei imputati l'assoluzione e il proscioglimento per altri reati inseriti nel capo d'imputazione. Le richieste: 6 anni e 8 mesi per Elio Buonaiuto 70 anni di Ottaviano in provincia di Napoli; 5 anni e 6 mesi per Salvatore Cascarino 35 anni di Mondragone in provincia di Caserta; 9 anni e 2 mesi per Alessandro Cassioli 58 anni residente a Cascina in provincia di Pisa; 3 anni e 9 mesi per Giorgio Barbiero 73 anni di Noale in provincia di Venezia; 2 anni con la sospensione della pena per Rosanna Zanotto 58 anni di Selvazzano Dentro e infine 3 anni e 6 mesi per Piero Gasparini, 57enne residente ad Albignasego ed ex marito di Isabella Noventa uccisa proprio tre anni fa (la notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016) dai fratelli Debora e Freddy Sorgato, e dalla tabaccaia veneziana Manuela Cacco. I sei, secondo l'accusa, avrebbero partecipato a vario titolo alle bancarotte delle ditte Paolo De Nicola Spa di Cittadella fallita il 16 febbraio del 2010, della Emmepicostruzioni generali Sas di Niero Mirko & C di Maserà fallita il 22 luglio del 2009. Quindi della Zetatre Srl di San Giorgio in Bosco fallita il 30 luglio del 2010, della Talmec Srl di Vignola in provincia di Modena fallita il 7 maggio del 2010 e della Eurologis Srl di San Giovanni Teatino in provincia di Chieti fallita il 15 dicembre del 2009. E ancora della società Conacon Italia Sas di Marco Di Paco & C con sede a Pisa e fallita il 17 novembre del 2010, della Liberatore Srl di Casoli in provincia di Chieti fallita il 28 marzo del 2011 e infine della Maglieria confezioni Rosanna di Zanotto Rosanna con sede a Rubano e fallita il 15 gennaio del 2010. L'episodio più grave nel capo d'imputazione è relativo all'estorsione ai danni di un imprenditore proprietario di quattro alberghi. Secondo l'accusa Alessandro Cassioli, in collaborazione con alcuni esponenti del clan Catapano, avrebbe costretto nel giugno del 2009 l'uomo d'affari a stipulare una serie di atti notarili che avevano l'effetto di spogliare l'impresario della libera disponibilità dei suoi hotel. L'imprenditore, sempre per l'accusa, sarebbe stato minacciato quando ha capito con chi si stava mettendo in affari. Allora il clan Catapano gli avrebbe fatto sapere che «...Ricordati di non parlare con nessuno perchè siamo in tanti...» mostrandogli delle fotografie con ritratti i suoi figli e i suoi nipoti. A questo punto il proprietario degli alberghi, in apprensione per la sua famiglia, si è recato a Poggibonsi in provincia di Siena per siglare gli atti notarili.
Marco Aldighieri
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