Hera, approvato il patto sindacale: stop alla vendita di azioni

Martedì 22 Maggio 2018
Hera, approvato il patto sindacale: stop alla vendita di azioni
CONSIGLIO COMUNALE
PADOVA Passa in consiglio comunale la revisione del patto di sindacato di Hera. Un consiglio, quello di ieri sera che, dopo le interrogazioni, è tornato a discutere dei nuovi quartieri.
Trattandosi di una modifica allo Statuto comunale, per essere approvata, la delibera presentata dal presidente del consiglio Giovanni Tagliavini necessitava del voto dei due terzi del consiglio.
Dal momento che la maggioranza, sindaco compreso, può contare su 21 consiglieri, come accaduto la settimana scorsa, nonostante il voto positivo, è stato necessario convocare per lunedì prossimo un altro consiglio. In quell'occasione, infatti, per far passare il provvedimento, sarà sufficiente la maggioranza semplice.
«Con le consulte ha spiegato il sindaco Sergio Giordani nel suo intervento si deve andare oltre le logiche politiche. La cosa fondamentale è dare voce ai cittadini, essere concreti». A presentare la revisione del patto di sindacato di Hera, ha provveduto l'assessore al Patrimonio Andrea Micalizzi. «Il patto di sindacato verrà rinnovato per altri tre anni ha spiegato l'esponente del Pd - La nostra partecipazione è pari al 3,04% e la riconferma del patto, consente una forte presenza dei soci pubblici in azienda».
La vera novità, però è che il Comune ha esaurito la sua quota di azioni Hera da poter mettere sul mercato. L'operazione di vendita, avviata nel 2014 dall'ex sindaco Massimo Bitonci ha , di fatto, azzerato, la possibilità per palazzo Moroni di poter fare cassa con le azioni della multiutility emiliano romagnola.
Ora, in virtù del nuovo patto di sindacato, il Comune potrà contare su 46.126.176 azioni bloccate e di zero azioni trasferibili, quindi da poter essere messe in vendita. Tra i grandi Comuni che fanno parte dell'azionariato di Hera, solamente Cesena ha azzerato le sue azioni vendibili. Tutte le altre città, invece, possono contare su un tesoretto più o meno grande. A titolo di esempio, Bologna ha in cassa 33.573.806 azioni trasferibili, il Comune di Ravenna che assieme a Cervia e Faenza ha dato vita a Ravenna holding, ne detiene 11.033.42, mentre Modena arriva a 2.582.823. Trieste si attesta poi a 16.764.945, Udine infine può contar su 15.440.845 azioni vendibili. L'intenzione di mettere sul mercato le azioni Hera era stata annunciata nel 2014 da Bitonci. Annuncio che si era concretizzato nel marzo dell'anno successivo grazie a una delibera ad hoc, con cui la giunta leghista ha approvato l'alienazione di 8.473.589 azioni ordinarie della multiutility emiliano - romagnola del pacchetto in mano al Comune di Padova. Calcolando che, all'epoca, il valore di ogni singola azione ordinaria era di 2,196 euro, questa vendita ha portato nelle casse di palazzo Moroni più di 18.600 mila euro, circa il 70% della tranche che il sindaco Massimo Bitonci aveva deciso di mettere progressivamente sul mercato. Successivamente è stata messo sul mercato anche il resto del pacchetto. Pacchetto che, complessivamente, ha fruttato 26 milioni di euro. A fare da intermediario per la vendita di queste azioni ha provveduto CariVeneto, tesoriere del Comune di Padova, alla quale è andata, per questa operazione, una commissione pari all'1 per mille del ricavato.
Al. Rod.
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