Guerra delle Torri di San Carlo, Valli chiede al Comune 8 milioni

Mercoledì 14 Novembre 2018
Guerra delle Torri di San Carlo, Valli chiede al Comune 8 milioni
PALAZZO MORONI
PADOVA Torri di San Carlo, il 6 dicembre il Tar si pronuncerà sulla richiesta di risarcimento, da 8 milioni di euro, avanzata dall'Immobiliare Valli srl nei confronti del Comune. Giovedì scorso, infatti l'Avvocatura civica ha approvato una determina con cui incarica l'avvocato Alessandro Callegari di difendere le ragioni di palazzo Moroni davanti alla giustizia amministrativa. Il Tar, infatti, è chiamato a esprimersi sul ricorso presentato dall'immobiliare Valli legato alla mancata realizzazione del Programma integrato per la riqualificazione urbanistica dell'Area San Carlo - Piazza Azzurri d'Italia. Una storia che si trascina da oltre 12 anni e che affonda le sue radici nel referendum organizzato dall'amministrazione Zanonato nel giugno del 2006. Referendum che aveva bloccato un progetto originariamente realizzato dall'architetto Vittorio Gregotti. Un piano che in parte è stato realizzato con la torre che dà su piazza Azzurri d'Italia e che prevedeva l'edificazione nel cuore di San Carlo all'Arcella di 33 mila metri cubi di edilizia privata a fronte della realizzazione 7 mila metri cubi da girare al Comune per costruire un centro civico di quartiere e degli spazi per attività culturali. Nello specifico, la cubatura non ancora realizzata avrebbe dovuto essere calata nell'area verde (attualmente a destinazione agricola) che si trova davanti alla chiesa di San Carlo.
GIUNTA
A seguito del no popolare arrivato dal referendum, 12 anni fa, la giunta Zanonato decise, appunto, di congelare tutta l'operazione. Una circostanza che si è portata dietro uno strascico giudiziario che ancora non ha registrato la parola fine. «L'immobiliare Valli spiega l'assessore all'Avvocatura civica Diego Bonavina aveva già presentato un ricorso sostenendo di essere stata danneggiata da questo provvedimento. Nel dispositivo, però, non aveva quantificato il danno». Tanto il Tar, quanto il consiglio di Stato, hanno dato ragione alla Valli che ora torna alla carica. «Questa volta, però dice, ancora Bonavina il danno l'hanno quantificato, eccome. Ci chiedono 8 milioni di euro. Noi, però, siamo convinti della bontà delle nostre ragioni, quindi, ci opponiamo al ricorso». L'amministrazione Giordani, dunque, non sembra per nulla preoccupata dal rischio di dover sborsare la bellezza di 8 milioni di euro. Un ottimismo che si basa sostanzialmente su due circostanze. La prima è la convinzione che, anche in caso di condanna, il risarcimento dovuto, non supererà gli 8-900.000 euro. La seconda è il fatto che, anche contro queste cause, il Comune è assicurato, quindi, in caso di condanna, la giunta non sarebbe costretta a mettere mano al portafogli. Il ragionamento del Comune si spingerebbe anche oltre. L'intenzione, infatti, è quella di realizzare nell'area in questione, delle strutture a servizio del quartiere. Nei progetti della giunta Giordani, infatti, l'area di San Carlo dovrebbe diventare il cuore pulsante dell'Arcella. In questo senso va, per esempio, la recente acquisizione dell'ex palazzina del Coni che si trova in piazza Azzurri d'Italia. Palazzina che, una volta ristrutturata, verrà trasformata in una sorta di municipio a servizio di tutto il quartiere. Non è affatto escluso, dunque, che, subito dopo la sentenza, Comune e Immobiliare Valli possano andare a trattativa per discutere le modalità con cui l'amministrazione Giordani possa acquistare l'area davanti alla chiesa di San Carlo. Trattativa che potrebbe porre fine a un braccio di ferro giudiziario che dura da più di 12 anni.
Alberto Rodighiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci