Gli indagati: dal direttore della BpVi allo skipper

Martedì 23 Gennaio 2018
I PROTAGONISTI
PADOVA Dallo skipper al direttore di banca fino dal figlio del capo cosca calabrese. Ecco chi sono i 16 arrestati dalla Dia nell'operazione Fiore reciso.
I vertici dell'organizzazione criminale sono ben noti alle forze dell'ordine: tre sono già stati condannati per associazione di stampo mafioso: Vincenzo Giglio, 26 anni, figlio di Salvatore, il capo dell'omonima cosca calabrese, Antonio Bartucca, 49 anni, e Giovanni Spadafora, 45 anni, residenti a Vigonza. E pure il vigontino Lorenzo Ceoldo, 46 anni, esercente, è già noto alla giustizia: nell'ottobre 2016 ha patteggiato una pena di 2 anni e 11 mesi, più il pagamento di una multa da 9 mila euro, dopo che nell'aprile dello stesso anno era stato arrestato per spaccio e detenzione di droga. Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Mariella Fino sono ben definiti i ruoli. Bartucca «è il promotore dell'associazione, colui che organizza e dirige tutta l'attività». Spadafora è per legame di parentela e provenienza geografica pari rango di Bartucca, ha però un ruolo solamente esecutivo: a lui viene demandato il compito di investire nell'acquisto di droga i proventi delle false fatturazioni.
Poi c'è Ceoldo, «braccio destro e uomo di fiducia del capo. Si occupa della gestione contabile dell'attività, predisponendo e custodendo le fatture per operazioni inesistenti, come anche le carte prepagate usate per riscuotere i versamenti».
Di spicco anche la figura di Federico Zambrini, direttore della filiale BpVi di Busa di Vigonza: «È il consulente finanziario del sodalizio in tema di operazioni bancarie. È elemento essenziale - si legge nell'ordinanza - e strategico per il conseguimento dei fini illeciti del sodalizio. Suggerisce a Bartucca quali strumenti bancari utilizzare per la commissione dei delitti perseguiti, consentendogli una illecita operatività bancaria. La consapevolezza di operare in seno a un sodalizio criminoso è dimostrata dal fatto che non ha mai inoltrato le segnalazioni di operazioni sospette, come imposto dalla legge Antiriciclaggio».
Longone, funzionario della stessa filiale della banca, si è volontariamente e consapevolmente prestato a compiere ozioni bancarie per conto del sodalizio sub indicazioni di Bartucca e Zambrini».
Tra i pusher più piccoli si trovano Luca Segato, skipper vigontino di 47 anni, Nicola Girina, padovano, ora residente a Dolo (Venezia), di 39 anni e Antonino Cassandro, 47 anni di Vigonza. Il primo, in particolare, è persona nota in paese. Gli altri arrestati gravitano, invece, in altre province. Padovano anche uno dei quattro indagati a piede libero: T.G. di 45 anni.
L'ex sindaco di Vigonza Nunzio Tacchetto ha ben presente due dei tre arrestati: «Lorenzo Ceoldo e Luca Segato li conosco da quando erano ragazzini. Mi dispiace che siano coinvolti. Ho incontrato un paio di volte anche Zambrini perché è venuto in ufficio quando ero sindaco per un saluto istituzionale».
«Soddisfazione per l'eccellente attività investigativa e d'indagine delle forze dell'ordine» commenta il sindaco Stefano Marangon: «Mi dispiace che il nome di Vigonza venga coinvolto in questa vicenda. Questa azione investigativa ha evidenziato che queste attività possono attecchire anche nel nostro territorio, ma ho provato un certo sollievo nel sapere che l'azione della Dia ha permesso di individuare attività di carattere illecito e questo non fa che consolidare la fiducia dei cittadini nel loro operato».
M.Lucc. - L.Lev.
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