Geo: «Accordo sulla Fiera o chiudiamo»

Mercoledì 25 Aprile 2018
Geo: «Accordo sulla Fiera o chiudiamo»
L'ATTACCO
PADOVA Tutta la verità sulla fiera, secondo Geo, la società padovana che sta organizzando oggi le manifestazioni, si condensa in un concetto: noi ce l'abbiamo messa tutta per rilanciare l'ente con soldi - tanti - e idee. Voi, inteso i soci pubblici e i francesi di Gl Events non avete mosso un dito in questi anni, facendo finta di non accorgervi che i fatturati colavano a picco. E non vi importa di migliorare la situazione.
È stata una ricostruzione minuziosa, da aula di tribunale verrebbe da dire, quella che ieri l'avvocato Andrea Olivi e Luca Griggio presidente e amministratore di Geo hanno messo in scena nei locali della fiera di Padova. Con la conclusione che se entro venerdì non ci saranno risposte o meglio condivisioni del piano industriale che hanno illustrato, con accordi firmati, getteranno la spugna dando seguito alla procedura di liquidazione della società.
«Abbiamo generato un processo che porta ricchezza, ma se non si agisce secondo le regole del mercato si crea povertà. Questo i soci pubblici non l'hanno capito. La Camera fa una delibera d'intenti? Ma dove sono gli impegni giuridicamente vincolanti? Li mettono i soldi? E il Comune? Non si capisce dove stanno andando, e noi non possiamo cadere nel burrone. Perchè, anche il rettore dovrebbe saperlo, trasformare la fiera in aule non produce reddito a livello dei nostri investimenti. Dunque in mancanza di accordi restituiremo l'inventario aziendale (marchi, dipendenti, gestione) al proprietario». I francesi.
I NUMERI
«Diciannove milioni e 780mila euro. É la somma già pagata da Geo Spa e che costituisce il flusso generato nei confronti della subfornitura diretta rappresentata da aziende facenti parte del tessuto economico locale- dice Olivi - Nel 2017 sono stati realizzati 58 eventi con utilizzo del quartiere per 365 giorni (anche durante ferragosto e le ferie natalizie) e gli spazi espositivi occupati o venduti sono stati 629.600 metri quadrati. Nel primo trimestre, il fatturato della fiera di Padova è passato dai 652.000 euro del 2016, ad 803.000 del 2017, ad 1.466.000 del 2018. Sono questi i flussi che vengono bloccati dagli stakeholders padovani e da Padovafiere spa. Più volte da un anno abbiamo chiesto al Comune di regolamentare i rapporti patrimoniali». Per evitare di affittare camere di un albergo che non è il proprio come dicono sempre da Geo. «E siamo stati esclusi dalla trattativa con Padovafiere (i francesi) nei confronti della quale vantiamo crediti per 3,7 milioni».
IL PIANO
«I marchi non sono morti» ha proseguito Griggio facendo un lungo excursus sul progressivo decadimento della Fiera dai 22 milioni del 2007 ai 7,5 del 2015 con perdite di 3,5 milioni. «Un trend che nessuno, fra Comune e Camera di Commercio, che pure stavano in cda, ha contestato. Colpa delle crisi? No, dell'indifferenza». Perché, ha mostrato Griggio, «i marchi che sono emigrati da Padova ad altre fiere, Verona o Vicenza, hanno raddoppiato il fatturato»
«Noi, quando siamo subentrati, nel settembre del 2016, abbiamo fornito subito il piano industriale. E siccome per lanciare una nuova manifestazione ci vogliono 5 anni prima che renda, abbiamo puntato ad affiancare alle novità marchi saldi, come Flormart, il Sep trasformato in Green logistics, la Campionaria, Tecno bar and food, Auto e Moto. Nella consapevolezza il Flormart era leader mondiale nel 2012 e con il fatturato pagava i costi di gestione dell'intero quartiere. E ad oggi per la Campionaria c'è la lista d'attesa.
Ma c'è di più. Oltre al riposizionamento dei marchi abbiamo rivoluzionato il modo di fare Fiera con il concetto di economia circolare, ovvero attrarre i migliori e consetire loro di esporre in modo permanente». Così e nato Giardino Italia. «E l'idea dell'hub dell'innovazione l'abbiamo avuta noi, aprendo i contatti con Università, Talent garden e Parco Galileo. Avevamo proposto a Gl di entrare nella gestione ancora nel 2012, 13 e14. Nessuna risposta. É tempo che ognuno si assuma le proprie responsabilità». Anche perchè nel frattempo ci sono fornitori come Cesare Busetto presente ieri che ha dovuto licenziare per soldi mai arrivati. Da Geo che a sua volta li avanza dai francesi.
Mauro Giacon
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