Furto, finisce nei guai il fratello dell'ex parroco

Domenica 17 Gennaio 2016
L'eredità destinata alla Caritas di Legnaro e ai poveri non sarebbe stata erosa solo da don Lucio Sinigaglia. Da alcuni giorni nel registro degli indagati è stato iscritto anche il fratello del prete, il pensionato Ubaldo Sinigaglia residente a San Pietro Viminario. É accusato del reato di furto in abitazione. Il pubblico ministero Sergio Dini ha ordinato ai carabinieri di effettuare una perquisizione nell'abitazione dell'uomo e i militari, nascosti nel sottotetto della casa, hanno trovato sedici scatoloni pieni di argenteria, ceramiche, vasi da farmacista, contenitori per le spezie antichi, calici di vetro, vassoi da portata, porcellane, maiolica e altro ancora. Un tesoro, forse del valore di migliaia di euro.
Ma il fratello di don Sinigaglia dove ha preso tutti quegli oggetti di valore? Secondo l'accusa li ha rubati nell'abitazione dell'ex farmacista di Legnaro Franco Fochesini morto a 80 anni nel dicembre del 2014. L'uomo che ha lasciato alla Caritas di Legnaro 14 milioni e 450 mila euro in favore dei poveri e che don Lucio Sinigaglia avrebbe dovuto amministrare con cura. Tra i lasciti ai bisognosi c'è anche l'abitazione sopra la farmacia che fu dell'ottantenne. Il giorno dopo il suo decesso un emissario della Caritas è andato a vedere l'immobile e si è accorto di una serie di preziosi suppellettili tra cui l'argenteria, le porcellane e i vasi da farmacista. Quando alcuni giorni dopo è tornato per effettuare l'inventario insieme al notaio, quegli oggetti erano tutti spariti. Alcuni testimoni poi avrebbero visto il fratello di don Lucio, in più riprese, avvicinarsi all'abitazione alla guida di un furgone. Posteggiare il mezzo e salire nella casa destinata a diventare la nuova sede della Caritas di Legnaro. E poi, ancora secondo l'accusa, il fratello del religioso sarebbe stato in possesso delle chiavi per accedere all'appartamento.
In settimana don Lucio Sinigaglia, ex parroco dimissionario della chiesa di San Biagio a Legnaro, accompagnato dal suo legale Geremia Ceretta ha confessato tutto davanti al sostituto procuratore della Repubblica Sergio Dini. É rimasto davanti al magistrato per oltre un'ora raccontando di come ha speso i 252 mila euro sottratti all'eredità destinata ai poveri. Eppure di quel tesoretto trovato dai carabinieri nella soffitta della casa del fratello non ha detto nulla. Forse non ne sapeva niente? Saranno le indagini ad appurare se prete e fratello erano d'accordo per svuotare l'abitazione dell'ex farmacista. Al momento don Lucio sembra essere estraneo al furto. I testimoni hanno infatti raccontato di avere visto vicino all'abitazione dell'ex farmacista solo Ubaldo Sinigaglia. In ogni caso gli inquirenti stanno valutando altri movimenti di denaro effettuati dal religioso.

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