Flormart, 200 espositori e maxi convegno dei florovivaisti

Mercoledì 15 Agosto 2018
Flormart, 200 espositori e maxi convegno dei florovivaisti
LA RASSEGNA
PADOVA Le radici sono profonde, una combinazione di voci, colori, profumi con un timbro così profondo da riconoscerle ovunque. Sono quelle del Flormart, da 69 anni ancorate al terreno della fiera di Padova. Hanno provato a copiarlo, perfino a Milano. Non ci sono riusciti. Il Flormart si nutre di un humus che cresce soltanto qui. E così anche quest'anno 200 espositori già certi dal 19 al 21 settembre. Certo non sono i 900 dei record, ma per un Salone che già qualcuno dava per morente è una bella rivincita. Merito di uno staff che ha saputo tenere la brarra dritta anche quando non si sapeva se da un giorno all'altro i cancelli si sarebbero chiusi. Perché si sono sempre celebrati Olivi e Greggio ma dentro la fiera ci sono personalità come Gianfilippo Panizzolo, direttore commerciale, Alessandra Agostini alle relazioni, oppure Cristina Bertero che è la responsabile di questa edizione, che hanno lavorato in silenzio. È per questo che il Flormart si è meritato ad esempio di ospitare Mercoledì 19 settembre la Conferenza Internazionale Aiph sulle Green Cities, New greening in old cities con esperti di verde urbano provenienti da tutto il mondo. La conferenza tratterà la questione dell'inserimento del verde nelle città, approfondendo il tema della trasformazione delle città attraverso il verde, le piante da utilizzare e l'impatto che queste generano sulla salute dei cittadini e la tutela della biodiversità ambientale, problematica che molte città europee si trovano ad affrontare. Tra i relatori Valerio Morabito, esperto di paesaggio della Pennsylvania University, che relazionerà sulle modalità con le quali le città d'arte e patrimonio culturale italiane stanno affrontando la sfida del rinverdimento delle aree urbane. Aiph ha scelto Padova e i 120 rappresentanti dell'associazione degli Horticoltural producers con diramazioni fino in Australia arricchiranno la manifestazione.
Un altro degli aspetti singolari curato dall'architetto Giorgio Strappazzon è il concetto della Vertical farm cioè far crescere le piante su strati impilati verticalmente utilizzando al posto del terreno diverse modalità quali l'idroponica o l'aeroponica. Ebbene quest'anno l'evoluzione del sistema è stata pensata alla persone con handicap. Sì anche chi sta in carrozzina potrà piantare il suo seme e coltivarlo. La Vertical Farm inoltre consente attività di Green therapy dedicate a persone con diversa abilità o come supporto al recupero in terapie medico-sanitario. Quando le persone sono circondate dal verde o partecipano attivamente a coltivazioni agronomiche si sentono utili, accrescono la loro autostima e migliora il quadro clinico.
Per tutti questi motivi, la Vertical Farm installata all'interno del quartiere fieristico di Padova è entrata a far parte di un progetto di collaborazione con la cooperativa sociale Coislha, realtà impegnata nell'inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
M.G.
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