Evade per commettere una rapina

Domenica 23 Settembre 2018
L'AGGRESSIONE
PADOVA Lo scorso 20 agosto è evaso dagli arresti domiciliari e, assieme a un complice, ha bastonato a sangue e rapinato un connazionale. Il tunisino Marwan Rezag di 25 anni, alias Marouene Razzak di 30 anni, aveva ottenuto gli arresti domiciliari esecutivi dal 24 aprile di quest'anno grazie al Tribunale di Sorveglianza di Venezia. Avrebbe dovuti uscire dalla sua abitazione di via Viotti 2, il 30 gennaio dell'anno prossimo data prevista della fine pena per spaccio di sostanze stupefacenti. Ma il 20 agosto alle 22.30 è andato incontro alla libertà. Prima ha chiamato i carabinieri, avvertendoli che stava lasciando l'appartamento per dirigersi con urgenza al pronto soccorso dell'ospedale civile per un malore».
Ma al Monoblocco non ci è mai arrivo, anzi alle 2 di notte insieme a un complice ha architettato una rapina a un connazionale. Una rapina molto violenta. Armato di bastone ha colpito alla schiena la vittima, mentre il complice lo riempiva di pugni in faccia. I due sono riusciti a rubargli 700 euro in contanti, una collana d'oro e un telefono cellulare I-Phone 7. La sequenza di bastonate, non solo alla schiena, hanno provocato alla vittima nordafricana, tumefazioni al volto e la frattura del pavimento orbitario destro, tanto che il maghrebino è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico con inserzione di protesi nelle ossa facciali. Rezag è stato arrestato poche ore più tardi dai carabinieri. Nell'abitazione di via Viotti 2, che il tunisino condivideva con un pregiudicato, i militari hanno trovato e sequestrato anche una pistola da aria compressa senza tappo rosso. Rezag ai militari ha tentato di fornire una giustificazione per la rapina. Ha giurato che avrebbe restituito tutto il maltolto al connazionale, affermando che l'importo era di 370 euro e non di 700, e che lo aveva aggredito per motivi di gelosia. Ma in realtà la vittima della rapina è un tunisino con precedenti per furto di bicicletta e spaccio. Ecco perchè gli inquirenti sono convinti che Rezag abbia organizzato un agguato contro il connazionale per motivi di droga e non certo di gelosia. Rezag poi non è nuovo ad azioni criminali di tale spessore, ha già espiato tre anni dal 2013 al 2016 sempre per rapina. Agli arresti domiciliari era finito per una condanna a un anno, due mesi e 28 giorni per spaccio di sostanze stupefacenti. Ora il nordafricano non si trova più nella sua casa di via Viotti, ma dietro alle sbarre di una cella nella casa circondariale Due Palazzi.
Marco Aldighieri
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