É stata un'udienza choc quella di ieri dove l'imputato è un 42enne accusato

Martedì 31 Maggio 2016
É stata un'udienza choc quella di ieri dove l'imputato è un 42enne accusato di avere pestato i due figli minorenni e la moglie uccisa dal cancro nel luglio dell'anno scorso. Tra i testimoni chiamati dalla pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Roberto Piccione, è stato sentito l'uomo che per primo ha soccorso la figlia del 42enne, una ragazzina di 14 anni che disperata, quel pomeriggio del 6 ottobre del 2015, stava correndo nel cimitero di Teolo per trovare rifugio dalle percosse del padre sulla tomba della madre. Una storia strappalacrime e di degrado famigliare.
«Stavo rientrando a casa dal lavoro al volante della mia auto, quando davanti a me ho visto correre sulla strada, malvestita e con solo i calzini ai piedi, una ragazzina. Piangeva e continuava a voltarsi per vedere se c'era qualcuno alle sue spalle» ha ricordato il 45enne. «Mi sono fermato e ho chiesto alla ragazzina come avrei potuto aiutarla - ha proseguito - Singhiozzando mi ha raccontato che stava fuggendo dal padre perchè la pestava e voleva rifugiarsi sulla tomba della madre. Io non me la sono sentita di farla salire in macchina, ma ho chiamato i carabinieri e intanto l'ho seguita con lo sguardo mentre varcava la porta del cimitero».
Pochi istanti dopo sul piazzale del camposanto è arrivata un'auto, da cui sono scesi il padre e lo zio della ragazzina. L'hanno strappata dalla tomba della mamma e a forza l'hanno caricata in macchina, dove seduto sui sedili posteriori c'era già il fratellino tredicenne. «Per fortuna - ha ripreso il 45enne - in quel preciso istante sono arrivati i carabinieri». L'intervento dei militari ha liberato per sempre dal giogo del padre i due fratelli. In lacrime si sono gettati tra le braccia dei carabinieri. La ragazzina è stata poi accompagnata al pronto soccorso pediatrico, dove i medici le hanno riscontrato ecchimosi da percosse. Secondo l'accusa il 42enne ha pestato la moglie dal 2009 anche quando era sottoposta a duri cicli di chemioterapia. E poi giù botte ai figli che cercavano di difendere la loro mamma. Un inferno durato cinque anni dove le percosse erano quotidiane. Un giorno, sotto gli occhi dei ragazzini terrorizzati, l'uomo ha spaccato un bastone sulla schiena della moglie malata. Una scena terribile per i due adolescenti. E lui, il bruto, i suoi figli li ha anche più volte minacciati con frasi terribili come «State zitti o vi sotterro insieme a vostra madre».
Ieri in aula ha testimoniato anche la sorella della morta, la zia dei due fratellini che ora ha in affidamento. «Quell'uomo è un violento. Pestava mia sorella e i miei nipoti. Un giorno ero andata a casa loro a Teolo per dare una mano, quando mia sorella stava male, e lui mi ha rimproverata con estrema brutalità mentre stavo lavando i piatti. Aveva continui scatti d'ira e c'era da avere paura». Il ragazzino di 13 anni a scuola aveva raccontato delle angherie del padre a uno o due insegnanti, ma non gli hanno creduto. E ieri in aula ha testimoniato pure la preside dell'istituto frequentato nel 2015 dal ragazzino. «I suoi racconti non sono stati presi per veri e io non ho presentato denuncia. La sorella poi non ha mai parlato con i professori del padre violento» si è giustificata. I due fratellini devono ringraziare quell'uomo di 45 anni che di ritorno dal lavoro si è fermato in auto per aiutare la ragazzina. Se non era per lui sarebbero ancora prigionieri del padre. La prossima udienza è stata fissata per il 7 novembre e in quell'occasione, in una struttura protetta, saranno ascoltati i due ragazzini.

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