È caccia all'uomo per il rimpatrio

Martedì 13 Novembre 2018
È caccia all'uomo per il rimpatrio
IL CASO
PADOVA È un pluripregiudicato tunisino 44enne, uscito dal carcere di Modena ad aprile ed espulso dal questore di Como a fine ottobre, lo spacciatore che due venerdì fa ha molestato una cinquantenne padovana sotto la sua abitazione in Corso Milano. L'hanno scoperto i carabinieri che l'hanno riconosciuto grazie alle immagini registrate col telefonino dal marito della vittima e alla loro attività d'indagine. I militari hanno capito di chi si tratta e l'hanno denunciato per il reato di molestie (che non prevede l'arresto). Ora lo stanno cercando per notificargli il provvedimento. Poi, quasi certamente, verranno avviate le pratiche per l'espulsione con accompagnamento a un centro per il rimpatrio fino all'imbarco sul primo volo diretto per la Tunisia.
IL FATTO
Quel quarto d'ora di paura passato dalla cinquantenne ce l'ha raccontato in prima persona la vittima. Erano le 22.30 circa di venerdì 2 novembre quando, dopo aver superato in auto il cancello condominiale, era entrata con la sua auto nel garage. A quel punto lo spacciatore le aveva bussato sul finestrino della macchina impedendole, di fatto, di uscire, e importunandola. La donna poi è riuscita a chiamare il marito e a rifugiarsi nell'androne del palazzo. Senza però liberarsi dello straniero che ha continuato a importunarla, proponendo al marito di fare sesso e di acquistare droga. Poi li ha aggrediti verbalmente mostrando loro il dito medio. Tutto questo poco prima di fuggire per non farsi beccare dai carabinieri, che erano stati allertati dalla donna.
L'IDENTIFICAZIONE
Grazie alle riprese fatte dal marito della vittima con il telefonino, i militari sono riusciti a identificare lo straniero, che il 14 ottobre era stato denunciato dai carabinieri della stazione di Vigodarzere, intervenuti in via Beato Pellegrino perché l'uomo era entrato in una pizzeria e aveva infastidito gli avventori, senza contare che era in possesso di un coltello a serramanico. Si tratta di I.H., 44enne tunisino, irregolare, che da anni fa una vita nomade tra il Veneto, l'Emilia e la Lombardia, sbarcando il lunario tra spaccio e piccoli furti. È stato arrestato e denunciato a Piacenza, Como, Modena. A Padova è tornato da poco. Fino ad aprile, infatti, era dietro le sbarre in una cella del carcere di Modena dove scontava un cumulo pene. A fine ottobre, subito dopo essere stato denunciato dai carabinieri di Vigodarzere, era sicuramente a Como, dove ne aveva combinate di tutti i colori, tanto che il questore della città lombarda l'aveva espulso. L'obbligo era quello di andarsene dall'Italia entro sette giorni. Obbligo che il tunisino ha bellamente ignorato, ritornando nuovamente a Padova. Ora i carabinieri lo stanno cercando per potergli notificare l'atto e pare che lo straniero abbia le ore contate. L'obiettivo ora è quello di avviare l'iter per l'espulsione con rimpatrio, ovvero l'accompagnamento coatto alla frontiera.
ORDINE PUBBLICO
Sulla vicenda interviene anche Paolo Fassari, il questore, ovvero la figura che può procedere con l'espulsione, una volta trovato lo straniero e studiate le carte dei suoi precedenti: «Purtroppo oggi dappertutto viviamo un fenomeno di immigrazione irregolare dedita a reati che non trovano spiegazione nella povertà. Le forze di polizia identificano centinaia di responsabili di tali reati proprio per tutelare gli stranieri legittimamente soggiornanti, ma dobbiamo renderci conto che le forze di polizia, per quanto possa essere massiccia la presenza sul territorio, sono una medicina che è somministrata contro una malattia già in atto. Bisognerebbe agire sia sulla prevenzione, che coinvolge tutte le componenti sociali, che sotto il profilo dell'efficacia sanzionatoria».
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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